sabato 31 marzo 2018

La Pasqua


di Filomena Baratto

Vico Equense - La Pasqua è una festa ricca di significati: rievoca la Resurrezione di Cristo nel periodo di rinascita della natura che esplode con la Primavera e, con la nuova stagione, viviamo il passaggio del tempo. Pasqua significa “passaggio, chiamata, andare oltre” dall’ebraico Pesach. La Pasqua cristiana avviene il sabato mattino quando le donne andarono al sepolcro e non trovarono Gesù. Lì i segni della Resurrezione. Il sepolcro scoperto e le bende a terra lasciavano intendere che Cristo aveva solo abbandonato il luogo. Il mistero è proprio in quel vuoto, quell’angoscia che prende con la scomparsa di chi crediamo sia andato via per sempre. Ma dopo cominciarono i segni della sua presenza, di stare ancora lì con lo spirito dopo la morte del corpo. La Pasqua riprende due momenti storici. Il primo, dal Vecchio Testamento, rievoca il passaggio del popolo Ebreo dalla schiavitù egiziana, durata 400 anni, verso la libertà. Qui il passaggio, è quello del popolo guidato da Mosè attraverso le acque del Mar Rosso verso la Terra Promessa.


L’altro momento è tratto dal Nuovo Testamento e rievoca la Passione e la morte di Cristo con la sua Resurrezione. La prima Pasqua è festeggiata dagli Ebrei e descrive l’esodo di un popolo alla ricerca della sua Terra, l’altra è quella dei Cristiani e rievoca la Resurrezione di Cristo. La Pasqua, in entrambi i casi storici, è un passaggio, un lasciare una condizione per un’altra diversa ma migliore. Un cammino con il nostro corpo, tempio della nostra anima e con la nostra spiritualità, fuoco divino che ci spinge verso la strada da seguire. E’ un risorgere dalle nostre stesse sofferenze, propedeutiche alla crescita fisica e interiore, così come un cammino verso la conoscenza di chi siamo, come se fossimo eterni bozzoli di una farfalla cui ambiamo diventare. Nella vita i nostri passaggi sono a volte impercettibili, a volte irruenti, altre intensi. Tutti lasciano segni sul corpo e nell’anima. Sono fatti di tante lezioni di vita che apprendiamo strada facendo, imparando dall’esperienza ma lasciandoci guidare da quello spirito che alita intorno a noi e ci consente di trovare la strada. La Pasqua è quel sepolcro vuoto che lascia pieni di stupore e di paura per qualcosa che sfugge alla nostra realtà e alla nostra dimensione, così come il rumore del silenzio di un luogo che a ricordo ha lasciato solo le bende. Eppure quel silenzio si carica di speranza per qualcosa che forse non è stato compreso sul Golgota, quando tutto aveva avuto fine. C’è un momento in cui ci si ricrede, che forse quello che agli occhi umani era impossibile, si svela e diventa una luce da seguire. Da allora viviamo nel suo silenzio e nel rumore delle nostre vite. Quando abbiamo bisogno di Lui cerchiamo in quel vuoto in cui isolarci e coprirci del suo spirito. E’ quello che ritroviamo dentro quando ci chiudiamo ai rumori esterni e ci viene incontro quella voce che alberga in noi infallibile e attenta. Il sepolcro vuoto è la prova che il silenzio in noi è pieno della sua voce che ci visita, ci aiuta, ci sorregge. Qual è il valore della Pasqua oggi, quando la vita è diventata più ricca di stimoli e di rumori? Il sepolcro aperto e silenzioso ci ricorda che anche quando Dio non risponde con le parole, con gli sguardi, con i sorrisi, lascia al nostro silenzio le risposte migliori. E’ lì che tutto risorge e si trasforma in energia, linfa di vita che scorre sempre nuova. E risorgere è procedere e andare avanti senza lo sconforto del Golgota e nemmeno la paura del silenzio, ma solo con la speranza che niente andrà perso. La Pasqua è intraprendere sempre una direzione univoca, piena di luce e inconfondibile. La vita è mentre ci dirigiamo verso questa luce che a volte fa cadere, altre illumina, e ancora acceca. La nostra religione vuole che tutta la sofferenza del bozzolo abbia come premio quello di diventare una bellissima farfalla. D’altra parte tutta la vita è continuo passaggio, da una condizione all’altra, ce lo insegna la natura, compresa la nostra nascita, che da embrione diventa feto e poi uomo. A Pasqua festeggiamo tutti i passaggi della nostra vita. Ad ogni passaggio uno stadio nuovo da cui ne parte un altro. E che sia sempre il migliore per tutti noi.

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