domenica 13 maggio 2018

Scontri sui candidati e liste in ritardo. Il Pd fuori a Torre del Greco e Quarto

Il segretario Costa: «Irresponsabili». Marciano: «Partito di foraggiatori di voti» 

Fonte: Angelo Agrippa da Il Corriere del Mezzogiorno

L'esclusione del Pd dalle elezioni comunali di Torre del Greco — e le modalità con le quali è avvenuta — è la sineddoche che racconta meglio di ogni altro indizio lo stato comatoso dei democrat. Torre del Greco è il comune della Campania con il maggiore numero di abitanti tra quelli chiamati ad eleggere, il prossimo io giugno, i propri amministratori. Con sette candidati a sindaco e 28 liste, il Partito democratico resta fuori gioco dopo gli interminabili negoziati dei giorni scorsi sui possibili candidati e con gli alleati. Alla fine, a causa dell'arrivo in ritardo dei delegati al momento della presentazione delle liste (12,02 rispetto al termine massimo previsto per le ore 12), tutto è saltato, compreso l'apparentamento con Giovanni Palomba, ex consigliere comunale del Nuovo Centrodestra sostenuto da alcune formazioni del centrosinistra e dagli scontenti dell'ultima amministrazione di centrodestra, quella guidata dall'ex sindaco Ciro Borriello, arrestato per presunta corruzione ad agosto scorso. L'unica presenza di centrosinistra in campo è quella dell'ex parlamentare Aniello Formisano con Leu e tré civiche. Ma se Atene piange, Sparta non ride.
 
Sicché anche il centrodestra è diviso: Forza Italia e Fratelli d'Italia sostengono Luigi Mele (assessore uscente ai Lavori Pubblici). In campo anche l'ex vicesindaco Romina Stilo, con cinque liste civiche; e l'ex sindaco di Forza Italia Valerio Ciavolino (per lui quattro liste civiche). Il Movimento 5 Stelle punta, invece, su Luigi Sanguigno. Per chiudere, c'è Casapound guidata da Ferdinando Raiola. Il segretario del Pd metropolitano, Massimo Costa, commenta amaro di essere «rimasto basito dal superficiale e irresponsabile ritardo che vanifica il grande lavoro, sia organizzativo che politico, di tanti esponenti del partito». Il segretario cittadino Massimo Meo, tra l'altro, ha comunicato le dimissioni direttamente a Costa. Anche la segretaria regionale dei Dem, Assunta Tartaglione, parla di «pesanti danni di immagine al partito» e di «beffa per iscritti e militanti», per poi affondare il colpo su Meo: «Le motivazioni portate dal segretario cittadino sono quantomeno surreali, anche con versioni contrastanti. Cosa intende precisamente per lista raffazzonata? Quali sono i problemi sorti in questa fase di preparazione delle liste? Cosa si è fatto per risolverli? Perché solo oggi apprendiamo di questo sfogo tardivo e inutile da parte del segretario? Chi è chiamato a ricoprire questo ruolo - conclude Tartaglione - ha la responsabilità di percorrere tutte le strade per risolvere le questioni sul tavolo e di farlo per tempo, magari coinvolgendo e chiedendo aiuto alla segreteria metropolitana. Non ha senso parlare oggi per infangare il partito quando è troppo tardi per intervenire e porre rimedio». Ð consigliere regionale democrat, Antonio Marciano, invece accusa: «Qui siamo alla occupazione sistematica degli spazi in spregio a qualsiasi regola della civile convivenza. Siamo al limite della paura fisica. Io non ho intenzione di arrendermi di fronte a questo degrado politico e morale. Imbarazzano tanti silenzi di autorevoli rappresentanti nelle istituzioni locali e nazionali. Mai avrei pensato che quelle energie spese contro ogni forma di prevaricazione dovessero essere spese anche nel mio partito. A Castellammare come a Torre del Greco la fanno da padroni pezzi di potere locale senza alcun profilo politico, ma portatori esclusivi di filiere di interesse dei capi napoletani piegati alle indicazioni dei foraggiatori di preferenze». Sono cinque i candidati sindaco per le prossime elezioni amministrative di Castellammare di Stabia: Gaetano Cimmino, Massimo De Angelis, Andrea Di Martino, Francesco Nappi e Tonino Scala. Esclusa, per ritardo nella consegna della lista, Olimpia De Simone. Anche qui il trasversalismo è stato dilagante. Ad Avellino, unico capoluogo di provincia interessato dal voto, sono 8 i candidati a sindaco, sostenuti da 18 liste. Il centrosinistra candida l'avvocato penalista Nello Pizza (Pd e tre liste con simbolo civico di area democrat, due liste dei Popolari di Ciriaco De Mita e una lista ispirata dal consigliere regionale di LeU, Francesco Todisco). La coalizione di centrodestra punta sull'imprenditore Sabino Morano, sostenuto da Fi, Lega, Dc-Udc, Noi con Avellino. Dino Preziosi, ex manager dell'Air spa, è affiancato da Fratelli d'Italia. Il MgS propone Vincenzo Ciampi, funzionario della Agenzia delle Entrate. Alle elezioni politiche del 4 marzo scorso il M5S ha superato il 39% dei voti. La sinistra alternativa, con una sola lista a cui hanno aderito Rifondazione e Sinistra Italiana con il parlamentare non rieletto, Giancarlo Giordano, candida Nadia Arace, ex del Pd. Con la lista Mai Più, è candidato a sindaco Luca Cipriano, ex presidente del teatro «Carlo Gesualdo», tra i più votati nel 2013 nella lista del Pd, partito dal quale è uscito nei mesi scorsi. Completano l'elenco dei candidati Giuliano Bello (Casa Pound) e Massimo Passaro (Cittadini in Movimento). Tra i 576 candidati che aspirano ai 32 seggi consiliari di Avellino c'è Maura Sarno, nota imprenditrice del vino e moglie del vice presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria, Renato Abate, con il M5S e Gigi Favarese, ex direttore sportivo di Avellino, Napoli e Torino, candidato con il centrodestra. Infine, occorre considerare il caso di Quarto, dove i due partiti protagonisti delle ultime elezioni, il Pd ed i 5 Stelle, non parteciperanno alla prossima tornata elettorale. Mentre Rosa Capuozzo, eletta sindaco nel 2015 con i grillini e poi espulsa dal Movimento, si ripresenta a capo di due liste: la civica Coraggio Quarto ed Italia in Comune (di cui è la tesoriera nazionale e la responsabile per il Sud del partito).

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