sabato 19 maggio 2018

La mobilitazione. Sindaci nel mirino «Tutti parte civile ma loro tacciono»

Giuseppe Tito
Meta - La conclusione delle indagini e l'eventuale rinvio a giudizio sono ancora lontani. Residenti e associazioni, però, già si mobilitano contro i cinque giovani accusati di aver violentato la turista inglese. In campo l'avvocato Elena Coccia, pronta ad assistere chiunque decida di costituirsi parte civile nell'ipotetico processo a carico di De Virgilio, Miniero, Gargiulo, Regio e D'Antonio. «Aderisco»: ecco il messaggio che basta inviare all'indirizzo di posta elettronica bastaviolenzasulledonne.studiococcia@hotmail.it, corredandolo di nome e città, per farsi rappresentare dalla penalista. Decine e decine, al momento, le persone e le associazioni che hanno scelto di seguire questa strada. Iniziativa analoga quella dell'associazione Donne per il sociale che, attraverso la presidente Patrizia Gargiulo, ha incaricato il penalista Luigi Ferrandino di costituirsi parte civile in caso di rinvio a giudizio degli indagati. Secondo Francesco Emilio Borrelli e Benedetta Sciannimanica, rispettivamente consigliere e portavoce regionale dei Verdi, sulla vicenda continua a pesare l'assenza dei Comuni: «Neanche di fronte al rischio di un calo dei turisti i sindaci Costieri hanno deciso di prendere posizione. A cominciare dal primo cittadino di Sorrento, che tanto s'è prodigato per evitare un matrimonio gay nel chiostro di San Francesco». In realtà Giuseppe Tito, sindaco di Meta, ha già annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile contro gli indagati che dovessero essere processati. Nel frattempo, l'opinione pubblica locale si mobilita: domenica 27, nei pressi della cattedrale di Sorrento, è in programma un flash mob per dire no alla violenza sulle donne. (Fonte: c.m.v. da Il Mattino)

Nessun commento: