lunedì 14 maggio 2018

Festa a Vico. Istituto Comprensivo Costiero. Classi sensibili ai bisogni, alle idee, ai sogni e ai sentimenti degli studenti

Debora Adrianopoli
Vico Equense - Definito il programma della sedicesima edizione di Festa a Vico, il raduno-evento ideato da Gennaro Esposito per incontrare cuochi emergenti e affermati dell’enogastronomia internazionale. Si parte domenica 3 giugno con la Repubblica del Cibo. Strade, giardini e palazzi del centro ospitano gli chef, provenienti da tutta Italia e non solo, che realizzano i loro piatti all'interno ed all'esterno delle botteghe mentre il pubblico passeggia tra odori e sapori. La Repubblica del Cibo richiama migliaia di curiosi e così come negli altri anni, l’intero importo donato sarà destinato ai progetti onlus. Quest’anno ce ne sono due vicani, finanziati esclusivamente con gli incassi di domenica 3 giugno. Il primo riguarda il restauro di una tela settecentesca, nell’ex Cattedrale della Santissima Annunziata. L’altro coinvolge l’Istituto Comprensivo Costiero, dal costo di 20mila euro, e mira a cambiare il setting d’aula tradizionale con i classici e vecchi banchi allineati, adeguati ad una didattica esclusivamente trasmissiva, per favorire modelli didattici diversi (TEAL, Spaced learning, ICT lab, Didattica per scenari), significa aprirsi ad una didattica di tipo laboratoriale, collaborativa, partecipativa. “Infatti – spiega la dirigente scolastica Debora Adrianopoli - l’aula tradizionale con la cattedra di fronte a file di banchi allineati è pensata per un flusso comunicativo unidirezionale: dal docente, depositario unico del sapere, verso studenti considerati recettori passivi o quasi.
 
Questo contrasta fortemente con quello che avviene fuori dalla scuola, nella vita quotidiana, imperniata da una comunicazione interattiva, multidirezionale, multimediale, grazie a ICT e social network. Ma cozza anche con processi di apprendimento e di produzione del sapere che si stanno facendo sempre più negoziati, co-costruiti, reticolari, sociali. Ciò impone un graduale ripensamento degli spazi e dei luoghi che preveda soluzioni flessibili, polifunzionali, modulari e facilmente configurabili in base all’attività svolta, e in grado di soddisfare contesti sempre diversi. Spazi così concepiti favoriscono il coinvolgimento e l’esplorazione attiva dello studente, i legami cooperativi e lo “star bene a scuola”. Condizioni indispensabili, queste, per promuovere una partecipazione consapevole al progetto educativo e innalzare la performance degli studenti, favorendo la condivisione delle informazioni e lo sviluppo delle capacità comunicative. Una scuola – aggiunge la dirigente Adrianopoli - a passo con i tempi deve rendere duttili i suoi ambienti affinché vi siano spazi sempre abitabili dalla comunità scolastica per lo svolgimento di attività didattiche, per la fruizione di servizi, per usi anche di tipo informale; spazi dove lo scambio di informazioni avviene in modo non strutturato, dove lo studente può studiare da solo o in piccoli gruppi, dove può approfondire alcuni argomenti con l’insegnante, ripassare, rilassarsi”.

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