martedì 15 maggio 2018

Città Metropolitana. Deleghe ai consiglieri Pd «Il partito è inesistente, non accettiamo lezioni»

Giuseppe Tito
Fonte: Marina Cappitti da Metropolis

Tutto esattamente come prima. Polemica compresa. I consiglieri Pd accettano per la seconda volta le deleghe dal sindaco, Luigi de Magistris in Città metropolitana. L'inciucio - o patto istituzionale che dir si voglia - si ripete in tutto e per tutto. Come anticipato da Metropolis i dem a Santa Maria La Nova vanno avanti ed accettano gli incarichi, nel vuoto del partito locale. La direzione provinciale Pd annunciata dal segretario, Massimo Costa e dal presidente dell'assemblea, Tommaso Ederoclite per scegliere la linea politica da adottare nell'ex provincia non è mai stata convocata. E nel frattempo le deleghe, come invocato da Costa, erano rimaste 'congelate'. Fino a ieri. «Abbiamo atteso per settimane - tuona il consigliere metropolitano democrat e sindaco di Meta, Giuseppe Tito che ha accettato per la seconda volta la delega al Mare -, i dirigenti del partito sono spariti e non c'è stata alcuna direzione convocata, perciò abbiamo deciso di continuare ed accettare di nuovo le deleghe. Ma poi di che linea politica, parliamo? Il Pd locale è incapace di presentare liste a Castellammare e Torre del Greco, fa alleanze con la destra ed ora stai a vedere che il problema sono le deleghe accettate in Città metropolitana? Suvvia. I dirigenti facessero piuttosto una. bella autoanalisi, per quanto ci riguarda non prendiamo lezioni. Noi sui territori ci siamo e quello che ci interessa è dare risposte ai nostri Comuni. Grazie all'accordo con il sindaco e alle deleghe abbiamo ottenuto tanto per i cittadini e semmai si decidessero a convocare la direzione saremo in prima linea per elencare i risultati che in questo modo abbiamo portato a casa».
 
Il primo a firmare è stato il capogruppo metropolitano Pd, Giuseppe Jossa che nel rimpasto ha ottenuto un incarico di maggior peso, la delega all'Urbanistica (prima si occupava di Fondi Comunitari); Trasporti per il sindaco di Cardito Giuseppe Cirillo, il Grande Progetto Pompei per il consigliere di Ercolano Michele Maddaloni, i Lavori pubblici per il consigliere di Giugliano Nicola Pirozzi, oltre alla Risorsa Mare per Tito. Unici a non accettare le deleghe, pure stavolta, i consiglieri Alessia Quaglietta e Giovanni Varchetta, ribadendo la loro contrarietà, anche ieri durante la seduta del Consiglio metropolitano. «E’ grave politicamente, eticamente e culturalmente» commenta la deputata e vicepresidente del gruppo Pd al Senato, Valeria Valente, la prima a chiedere un Referendum sull'opportunità di accettare nuovamente le deleghe. «È ancora più grave che questo avvenga proprio nei giorni in cui il Pd, a livello nazionale, sceglie la strada dell' alternativa netta e chiara a qualsiasi accordo con le forze populiste. Una scelta, peraltro, che rischia di mettere duramente a repentaglio la credibilità dell'azione politica del Pd che in questi anni in consiglio comunale è stato nettamente alternativo a de Magistris». Attacco non solo ai consiglieri dem, ma anche ai dirigenti. Perché se è vero che si tratta di «una scelta personale fatta dai consiglieri», è altrettanto vero che nessuna indicazione è arrivata dal partito. «È inevitabile una discussione franca e seria all'interno del Pd, discussione che può avvenire solo in quegli organismi provinciali che ancora latitano e che, alla luce degli ultimi avvenimenti, sono i soli legittimati a stabilire la linea politica del partito. Queste ambiguità inoltre - conclude - rischiano di diventare una condanna senza appello per le speranze di un ritorno in campo effettivo ed efficace del Pd per la sfida del governo a Napoli».

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