mercoledì 14 marzo 2018

Esplode la rivolta dei segretari negli ex feudi rossi


Viaggio nel Pd locale, da Ercolano a Castellammare I responsabili dei circoli inchiodano i big napoletani 

Fonte: Marina Cappitti da Metropolis

Il Pd da rifondare prova a scuotersi dal torpore e ripartire dalla base, dai circoli. Gli esempi arrivano da Matteo Orfini, che ieri sera è stato a Scafati, e Maurizio Martina che sarà invece a Fuorigrotta. Un'indicazione sposata anche dai dirigenti e dai big locali. Si prova a ripartire dai circoli. Quegli stessi circoli che fino a ieri sono stati ignorati, in alcuni casi addirittura chiusi, come è accaduto a Castellammare, per esempio, ex fortino rosso dove non c'è più il sindaco Pd, sfiduciato dai consiglieri. Circoli abbandonati e inascoltati, come gli appelli e le proposte presentate dai segretari di Napoli e provincia su nomi e programmi per le Politiche. Oggi l'assemblea provinciale prevista al Museo Archeologico di Ercolano, alle 16,30, sarà aperta anche a loro, con all'ordine del giorno l'analisi del voto.



Stanchi di combattere in trincea abbandonati dai vertici che soltanto adesso, con un Pd quasi scomparso dalla Campania, dicono che daranno loro ascolto, molti segretari non ci stanno, nè ci credono più. A partire da Ercolano, con Piero Sabbarese a cui è stato chiesto di aprire con un suo intervento l'assemblea provinciale di oggi. In quello che è il fortino renziano guidato dal pupillo di Matteo Renzi, il sindaco Ciro Buonajuto, il Pd raggiunge poco più del 14%. «Si dice che ora si vuole ripartire dai circoli - commenta Sabarrese -, ma il problema è il partito che non ha, più alcuna connessione con la gente, noi siamo sempre rimasti in trincea. I big del Pd nei quartieri difficili di Ercolano ci vanno col giubbino firmato in campagna elettorale. Non parlano più all'operaio e alla partita Iva, ma sono iscritti al Rotary Club. C'è una distanza enorme con le persone e con i territori». Gli hanno chiesto di parlare, ammette Sabbarese amareggiato quanto tranchant, «ma in questo partito la verità non è facile da dire». Ora «si parla di responsabili come se fossero figure mitologiche, si tirano fuori colpevoli buoni per qualsiasi stagione». E tira in mezzo i nomi: «Vincenzo De Luca, i consiglieri regionali, i capicorrente, tutto il partito ha incentrato il dibattito su candidati e voti. Non c'è stato alcun documento politico. Abbiamo la stessa classe dirigente da vent'anni, non poteva venir fuori niente di buono». Stoccata anche a Gennaro Migliore, che ora attacca De Luca. «Finora è stato a guardare. Adesso non solo il Governatore, devono andare tutti a casa, bisogna azzerare tutto». Una bocciatura sonora anche per Buonajuto. «Il risultato di Ercolano è un campanello d'allarme anche per lui, la gente vuole risposte sull'igiene pubblica, sull'illuminazione, un piano parcheggi per i commercianti e attività extrascolastiche. Vuole amministratori e politici che non stiano chiusi nei palazzi, ma nelle strade, ad ascoltare le esigenze quotidiane». Da Ercolano a Portici, la situazione non cambia molto. Le liste per le Politiche del Pd sono state l'ennesima spartizione di poltrone tra i capibastone e signori delle tessere, di candidati catapultati nei territori. "Carta straccia" così il segretario cittadino di Portici, Riccardo Zaccaro, definisce il documento presentato assieme ad altri segretari nel quale si chiedeva di candidare persone rappresentative del territorio. E invece il partito ha scelto Francesco Emilio Borrelli, tutto ma non un nome 'riconoscibile' nè a Portici, nè nel collegio. «Con queste scelte abbiamo abbassato ancora di più il risultato elettorale - commenta -. Non siamo mai stati ascoltati neanche quando abbiamo lanciato l'allarme all'indomani della disfatta sul Referendum in Campania. I dirigenti non hanno percepito l'urlo, minimizzandolo, che già allora i cittadini avevano lanciato sulla necessità di un Pd che in Campania puntasse sul Welfare». Un partito che andava già «riorganizzato all'epoca», e invece ha continuato «ad andare oltre ogni logica feudataria, con una gestione del potere familistica" commenta ancora Zaccaro per cui l'assemblea aperta di oggi però è finalmente "un segnale positivo». Alta tensione anche a Castellammare di Stabia, dove ci si appresta a vivere un'altra campagna elettorale infuocata. Qui c'è la necessità di ripartire dopo che la maggioranza di fatto ha sfiduciato un sindaco Pd. E c'è da ripartire prima di tutto chiedendo scusa, e ovviamente dai circoli, a patto che lo si faccia «per costruire realmente una nuova leadership». Per il segretario di Castellammare, Nicola Corrado la questione non può di certo risolversi con l'azzeramento di un segretario. «Il Pd è stato completamente cancellato dai quartieri popolari di Napoli e provincia, roba da far tremare le vene. Abbiamo perso qualunque identità popolare a causa dell'inadeguatezza di tutti i gruppi dirigenti». Il partito non c'è, neanche tisicamente. «Ci sono più di trenta città in cui non ha più sede, ormai coincide solo con il livello istituzionale». Nella stessa Castellammare non si è avuta alcuna percezione di quello che stava accadendo con un sindaco Pd sfiduciato in una delle più importanti e grandi città della provincia. «Tré gli imperativi: ricostruire il partito di sinistra, il tema lavoro tornando a parlare nelle fabbriche e la legalità. Ben venga il confronto se vero e non per i soliti accordi o per una resa dei conti, che ci porterebbero solo a sparire come partito». Più fiduciosi sono i segretari di Somma Vesuviana e Torre del Greco. «I circoli sono la parte lesa di questa enorme sconfitta - dice il segretario Pd di Somma, Giuseppe Auriemma-. Bisogna salvare quello che di buono è stato costruito, ripartire dalla base, ma lanciando finalmente segnali di cambiamento e tornando ad ascoltare i militanti e i cittadini». A Torre del Greco, Massimo Meo lancia un appello accorato: «Nessuna caccia alle streghe, dobbiamo prenderci tutti le nostre responsabilità». Qui il Pd non è andato mai fortissimo, però ci sono le Comunali da affrontare ed era un'occasione ghiotta, soprattutto dopo che il sindaco uscente è stato travolto dall'inchiesta sui rifiuti. «Prendiamo atto della sconfitta e di quanto espresso dagli elettori, ma siamo già in campo per rilanciare il partito, anche in vista delle amministrative». Silenzio assordante a Torre Annunziata, in un altro ex feudo rosso. Qui il M5S ha sfondato il muro del 57%. Un dramma, dice a denti stretti il sindaco Pd, Vincenzo Ascione. Ci sarà una riflessione anche qui, per ora si registrano solo i numerosi post dell'ex segretario cittadino Pd, Ciro Passeggia, l'uomo che riapri le braccia all'ex sindaco trasformista che passò dal Pd all'Udc e rientrò accolto come il figliuoi prodigo. Passeggia prova a sottrarsi alle responsabilità. «I dirigenti del Pd hanno preso in giro la gente e pensare che volevano rappresentare il popolo». Poi la benedizione per i grillini e in parte per la Lega: «Nel rispetto degli elettori il governo deve essere fatto dalla coalizione di centrodestra più il M5S. Dobbiamo rispettare gli elettori». Il Pd da rifondare prova a scuotersi dal torpore e ripartire dalla base, dai circoli. Gli esempi arrivano da Matteo Orfini, che ieri sera è stato a Scafati, e Maurizio Martina che sarà invece a Fuorigrotta. Un'indicazione sposata anche dai dirigenti e dai big locali. Si prova a ripartire dai circoli. Quegli stessi circoli che fino a ieri sono stati ignorati, in alcuni casi addirittura chiusi, come è accaduto a Castellammare, per esempio, ex fortino rosso dove non c'è più il sindaco Pd, sfiduciato dai consiglieri. Circoli abbandonati e inascoltati, come gli appelli e le proposte presentate dai segretari di Napoli e provincia su nomi e programmi per le Politiche. Oggi l'assemblea provinciale prevista al Museo Archeologico di Ercolano, alle 16,30, sarà aperta anche a loro, con all'ordine del giorno l'analisi del voto.

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