martedì 13 febbraio 2018

Gaypride, il corteo non attraverserà piazza Santuario

Fonte: Susy Malafronte da Il Mattino

Pompei - Il corteo del «Pompei Gay Pride 2018» non sfilerà davanti al Santuario. Lo ha stabilito il questore Antonio De Iesu, che ha autorizzato un percorso molto diverso da quello chiesto dagli organizzatori. La decisione, che ha ottenuto l'ok della questura, è stata presa dal vicequestore aggiunto Angelo Lamanna, dirigente del commissariato di Polizia di Pompei, nel corso del summit organizzativo che si è svolto ieri nel suo ufficio di via Sacra. I 25mila partecipanti al Gay pride, il prossimo 30 giugno, si daranno appuntamento a piazza Falcone e Borsellino, dopo una sosta davanti al piazzale della stazione della Ferrovia dello Stato, per poi sfilare attraverso viale Mazzini e l'ultimo tratto di via Plinio fino a piazza Esedra, davanti all'ingresso del Parco Archeologico pompeiano. Antonello Sannino, presidente Arcigay Napoli e portavoce del «Pompei Gay Pride 2018», invece, Gaypride, il corteo non attraverserà piazza Santuario aveva chiesto che i partecipanti sfilassero prima intorno alla Piazza Bartolo Longo e poi sotto la basilica della Beata Vergine del Santissimo Rosario fino a raggiungere, attraverso il centro cittadino, la Villa dei Misteri della Pompei archeologica. Definito il programma e stemperati i primi malumori tra il sindaco Pietro Amitrano e Sannino, la manifestazione del 30 giugno ha incassato l'ufficialità nel corso dell'incontro di ieri, convocato dal vicequestore Lamanna e al quale hanno partecipato anche il vicesindaco Carmine Massaro e il presidente del consiglio comunale Franco Gallo. Sul simbolo della manifestazione Sannino sottolinea: «Abbiamo pensato di unire elementi classicheggianti, come il Fauno, la corona d’ alloro, il carattere del font e la data in numeri romani, con elementi del contemporaneo immaginario Igbt, quali le strisce di colore arcobaleno e la t-shirt con il cuore rainbow per rappresentare l'unione del classico e del contemporaneo, nel segno dei colori della comunità lesbica, gay, bisessuale e transessuale».

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