martedì 9 gennaio 2018

Volersi bene per voler bene

di Filomena Baratto

Vico Equense - Spesso le relazioni finiscono senza capirne il motivo. Come se le cose accadessero fuori di noi e ci fossero estranee. Finiscono per essere rimasti distanti più che insieme. Un motivo ci sarà, ma bisognerebbe risalire al momento in cui qualcosa è cambiato in noi. Alla fine si finisce per andare avanti per inerzia. Procedendo in tal senso, si giunge in un vicolo cieco, dove ognuno si pone sulla difensiva e non accetta le critiche dell’altro. Per difendersi non si esamina ciò che è accaduto. Il vero rapporto con l’altro è quando si dona, si offre, ci si occupa dell’altra persona e allo stesso tempo si riceve altrettanto. Se questa fase non c’è o è già finita, si sta in un punto di non ritorno. Una storia finisce, a volte, per non essere maturi e non saper affrontare la vita a due. Ci si mette insieme per provare e solo in itinere la coppia si rivela. Ci sono situazioni recidive, quando, una volta insieme, si cade sempre nello stesso errore e si finisce puntualmente per lasciarsi. Qualcosa in noi va cambiato, prima di affrontare un’altra relazione. Molti non ammettono di poter essere il motivo della difficile relazione e continuano a dire che è colpa dell’altro. Così una volta tornati soli, facendo un esame, si scopre di essere la causa del male di se stessi. Si può confondere l’amore con l’assistenza, pretendendo dalla persona accanto che si preoccupi, che coccoli, che non dica mai di no, e che resti a fianco come un angelo custode. Molti esigono, altri affidano tutto all’altro, la maggioranza si adagia. Il fatto è che prima di stare in coppia bisogna saper stare da soli. Sperimentarsi compagni di se stessi, approfondire il carattere, i pregi, i difetti, scoprendo le parti deboli, così come i punti di forza, è un buon tirocinio. Questa presa di coscienza rende forti.
 
Un primo passo, per sapere quanto ci vogliamo bene, è prendersi cura di se stessi. Per esempio cucinarsi pur sapendo di stare soli, con l’unica presenza del giornalista che ci offre le notizie del tg. Preparare un pranzetto come se a mangiare fossero in quattro. Prendersi cura psicologicamente e fisicamente di se stessi. Vedersi in forma fisica e di buon umore, mette allegria, rende felici e incita a incontrare gente, a relazionarsi. Scegliere quello che ci fa stare bene, imparare a dire di no quando una cosa non ci va, senza eccedere o scadere nel senso opposto, diventando egoisti e prepotenti. In ultima analisi, quando crediamo di essere ok, scatta “l’operazione salvataggio”, come? Provate a salvare una pianta in fin di vita! Adoperatevi facendola rinascere con cure e attenzioni così da vedere nuovi germogli. Lo stesso vale allevando un cucciolo. Mette a dura prova la pazienza, rende più docili, affettuosi, devoti. Se superate anche queste due prove, siete pronti per stare accanto a un’altra/o. Si, non dobbiamo dire che l’altro ci sta bene, ma che noi possiamo stargli accanto, che ascoltiamo i suoi bisogni, che siamo pronti a una relazione dopo aver affrontato tante cose da soli. Conoscendoci, possiamo ben sperare, altrimenti, se proprio non ci sono possibilità e l’altro non rappresenta la nostra metà, ma forse solo un pezzettino, un quarto, allora ci si lascia da persone mature e consapevoli che quello stare insieme non è salutare. Ci sono molte persone che da sole stanno benissimo, sono capaci di affrontare tutto e proprio in virtù di questo benessere sperimentato, non vogliono interferenze e non saprebbero affrontare la vita a due. L’amore deve portare crescita al singolo e alla coppia, altrimenti pazienza, meglio lasciarsi, ma senza mettersi sulla difensiva per dare spazio all’orgoglio. Sappiamo, in questo caso, che non dipende dall’ incapacità di relazionarsi, ma da cause di natura diversa.

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