domenica 14 gennaio 2018

Il tempo cupo prima delle urne

Nei talk show un carosello di violenze verbali e bugie. Gli spettatori non ne possono più. E neanche gli elettori 

Fonte: Roberto Saviano da L’Espresso 

Siamo ufficialmente in campagna elettorale. Cosa significa questo? Che qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te, da chiunque, amici e nemici. Qualunque progetto intraprenderai potrà essere usato contro di te. In campagna elettorale si è prò o si è contro, non esiste terza via. Vale la pena riflettere su questo perché da quando mi interesso di politica, come elettore, come commentatore e talvolta come "guardiano", non ricordo di aver mai vissuto un periodo che non sia stato di campagna elettorale. Ciò vuoi dire che chiunque scriva o si esponga sa che tutto verrà letto e interpretato come appoggio a una forza politica e come contrasto alle innumerevoli altre. E così se parlo del M5S sono piddino (per alcuni pidiota o "amico di Boldrini"), se critico il Pd sono grillino, se critico Berlusconi sono comunista, se critico la Lega sono un buonista e di nuovo "amico di Boldrini". Ecco, dato che il nome ricorre, magari un giorno la galassia grillino-leghista che ormai sembra muoversi sempre più secondo un copione condiviso - stesse boutade, stessi proclami, stessi odi e simili simpatie; chi sa che non avvenga una alleanza post elettorale, del resto non si candida per caso l'ex direttore della Padania - ci dirà quale sia stata la colpa grave commessa dalla Presidente della Camera. Anche se temo si tratti di becero sessismo da bar camuffato da impegno politico. E così accade anche che, in campagna elettorale, si chieda la sospensione dei talk show politici non condotti da giornalisti ma da artisti, perché di politica ci si occupa solo sotto testata e gli artisti devono occuparsi di arte.
 
Se fosse stato Berlusconi - cosa che in passato ha fatto - a proporre epurazioni televisive, sarebbe insorto il Paese; se fosse stato lui a dire che gli artisti devono intrattenere, se fosse stato lui a definire i confini entro cui l'informazione può muoversi, avremmo parlato di dittatura mediatica, come in effetti per anni abbiamo fatto. E quindi siamo sempre lì: i giornalisti si occupino di politica e gli artisti di intrattenimento. Punto. E un consiglio per tutti: smettetela di ammorbare perché c'è il rischio che i lettori, che i telespettatori si stanchino di essere informati. Non scherzo. Esistono studi che misurano una crescente stanchezza da parte dei lettori e delle lettrici letteralmente invasi dal flusso di informazioni. Il fenomeno è noto con il nome di news avoidance e mappa gli stratagemmi che gli utenti della rete mettono in pratica per evitare le informazioni che sul loro umore hanno effetti negativi. È ovvio che la soluzione non è chiudere il rubinetto delle informazioni, ma essere più rigorosi, evitare titoli-esca che a lungo andare sortiscono l'effetto contrario, ovvero quello di ammorbare senza informare. E allora non sembri una difesa d'ufficio, ma francamente non capisco come possano i pentastellati in vigilanza Rai chiedere la chiusura di Porta a Porta quando poi, nello stesso istante, apprendiamo che in trasmissione come ospiti sono previsti Di Maio, Renzi e Berlusconi. Quando Grillo nel 2014, dopo 21 anni di assenza dalla televisione pubblica, ritorna in Rai, dove va? Da Vespa naturalmente. Chi può dimenticare la chioma ribelle che vaga per lo studio con i fotografi che pressano, i titoli che scorrono e in sottofondo la colonna sonora di "Via col vento". Poi applausi, risate (qualcuna di nervosismo) e Grillo che passeggiando se la prende con il pubblico presente in studio, «pagato e pieno di preconcetti» lo stesso pubblico che oggi fa la claque ai parlamentari 5stelle quando intervengono in televisione. Al tempo vigeva il veto per i 5stelle di andare in tv, oggi invece va bene tutto, va bene il pubblico pagato 80 euro, va bene decidere come andare in televisione, quali argomenti trattare, quali faccia a faccia accettare e quali evitare (a dicembre ero stato invitato in contraddittorio televisivo con un esponente di spicco del Movimento 5Stelle che, informato della mia presenza, ha declinato per partecipare nella stessa giornata a un'altra trasmissione tv, in solitaria però). Alla fine va bene anche dire che bisogna chiudere trasmissioni delle quali tutti saranno ospiti, anche chi vuole chiuderle. Prepariamoci a mesi duri, prepariamoci a digerire di tutto: promesse che non verranno mantenute e premesse che verranno sistematicamente tradite.

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