sabato 18 novembre 2017

Terra mia

Vico Equense
di Filomena Baratto

Ti viene assegnato un luogo
e non puoi che prendertene cura.
Non sei nato a caso qui o altrove.
Assumi le sue forme,
gli umori, la spuma delle onde.
Perché proprio qui,
cosa vuole da te l’aria,
la terra, gli alberi
e il mare, il cielo,
i gabbiani?
Respiri ogni giorno
la sua brezza, ti riscaldi al suo sole
e mangi i sui frutti.

Sei diventato sua stessa sostanza,
i tuoi occhi quelli di un monte,
o un rivo, una roccia.
Lei sa tutto di te e tu
le leggi gli anni
osservando le chiome,
le ombre e i colori.
E te la scopri dentro
senza vedere,
come un mondo latente.
 E’ la tua nutrice
la tua serva,
la culla, il fermento,
scoperta,  
madre infinita.
La tua terra, la mia,
la nostra, cara,
come le stesse membra.




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