giovedì 16 novembre 2017

Congresso, Pd in tribunale

Oddati trascina il Pd in tribunale E litiga con Ederoclite su Paolo Siani 

Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno 

La guerra, come era prevedibile, sbarca in Tribunale. Recherà le firme degli avvocati Riccardo Marone (già avvocato di Antonio Bassolino dopo le primarie per il Comune) e Giuseppe Perullo il ricorso di Nicola Oddati al giudice ordinario contro il «congresso illegittimo» del Pd. Oggi verrà presentato, in anticipo sulla tabella di marcia. Un altro colpo di scena in una vicenda che si sta sempre più ingarbugliando. Oddati avrebbe dovuto attendere i tre gradi di «giudizio» interno al partito: commissione provinciale, regionale e nazionale. Dopo la prima bocciatura in sede provinciale, ieri si attendeva la decisione di Santa Brigida. Ma il presidente della commissione regionale, Donato Liguori, ha chiesto un parere al Nazareno. Perché sabato scorso, in piena bagarre congresso sì congresso no, e ben prima della mail notturna a firma di Maurizio Martina, la commissione regionale aveva già decretato l'«illegittimità» delle votazioni dei circoli. Ed è, ora, da questa delibera (la 38) che parte il ricorso al giudice ordinario in cui si chiede l'annullamento del congresso. Carte, cavilli, delibere, ricorsi, burocrazia. Nel Pd, ancora una volta, non c'è spazio perla politica, ma solo per le carte bollate.
 
«Il ricorso è l'unica possibilità che ci resta — spiega Oddati — chiedo di fermare la giostra». Il candidato dell'area vasta deluchian-orfiniana-martiniana sta tornando m treno da Roma, dove, non lo ammetterà mai, ha avuto una serie di incontri (uno con il presidente del partito, Matteo Orfini) per tentare di capire se ci fossero ancora i margini di un ravvedimento della maggioranza lottian-gueriniana. Nulla. La commissione nazionale, infatti, ha risposto in tempo record al parere chiesto dal regionale dicendo, ne più e ne meno, voi dovete pronunciarvi sul ricorso. Una velocità e una solerzia dovute ai tempi ristretti. Sabato, infatti, si rivota «a rate» nei 28 circoli «ribelli», quelli che domenica scorsa hanno tenuto le porte chiuse. Compreso il Vomero, dove non ha potuto votare neanche il candidato vincente Massimo Costa. Che dice: «Da uomo delle regole, domenica scorsa ho, con rammarico e amarezza, subito la scelta del mio circolo di non insediare il seggio. Finalmente sabato 18 novembre potrò votare anche io. Mi auguro che questa giornata ripristini un clima di serenità e agibilità. Uno dei valori fondanti del Pd è la partecipazione democratica». Insomma, avanti tutta senza possibilità di uno stop. Da qui allora la decisione di rivolgersi al tribunale civile. «Altro che atto violento, ü ricorso è l'ultimo tentativo di rimanere attaccati al partito a cui vogliamo bene — prosegue il ragionamento il consigliere regionale, Antonio Marciano —. partito in cui qualcuno vorrebbe che non stessimo». E per domani Oddati sta organizzando un'assemblea dei suoi sostenitori (compresi i riottosi segretari di circolo) per fare il punto della situazione. Ma, come se non bastasse fuoco al fuoco, ieri nel Pd hanno litigato anche su Paolo Siani. Sempre Oddati, in un'intervista a Fanpage, dice: «Sono profondamente d'accordo con candidatura di una persona come Paolo Siani nel Pd, è un emblema della legalità nella nostra regione. Ma possiamo permettere ad un partito che a Napoli è illegale di candidare una persona come Siani?». L'avversario Tommaso Ederoclite risponde: «Trovo vergognose le dichiarazioni di Nicola Oddati, con le quali definisce il Pd indegno di candidare Paolo Siani. Mi chiedo, cosa dobbiamo ancora sopportare come comunità? Cosa aspettano i suoi sostenitori a prenderne le distanze? Oddati da settimane sta offendendo tutti, con il solo scopo di mandare tutto al macero, non solo il congresso, ma anche il Pd, i suoi iscritti e la comunità che da giorni sta subendo questo spettacolo indecente. Ora basta». Controreplica di Marciano: «Le parole di Nicola Oddati in merito alla prestigiosa candidatura di Paolo Siani sono assolutamente condivisibili. Un partito come il Pd deve saper interpretare nella pratica politica quotidiana principi fondamentali di legalità, rispetto delle regole, rigore morale, sobrietà dei comportamenti. Il lavoro da fare soprattutto qui a Napoli è enorme per recuperare una credibilità ed una riconoscibilità ampiamente compromesse. Anche a questo serviva e serve celebrare un congresso all'altezza della sfida che è dinanzi a tutti noi. Dimostriamo, ripristinando un quadro di regole condivise e rispettose del nostro statuto, di meritare questa ed altre disponibilità a candidarsi per ridare slancio e contenuti forti alla battaglia elettorale politica». Siani è lontano mille miglia da beghe congressuali e di partito. Ma in una risposta a un collega sul suo profilo fb scrive: «Sono ben consapevole che ho tutto da perdere scendendo in politica. Mai lo farei se questo può offuscare la figura e la memoria di Giancarlo. Devo capire molte cose e leggere, come sto facendo in questi giorni, i tanti commenti anche sui social, mi aiuterà a capire. Per adesso faccio il dottore». Praticamente un altro pianeta.

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