lunedì 11 settembre 2017

Massa Lubrense, blitz del Wwf: denunciato un bracconiere

Claudio d'Esposito
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Massa Lubrense - Stavano cacciando nonostante la stagione venatoria fosse ancora chiusa, utilizzando strumenti vietati e in un'area interessata dagli incendi: a individuare tre bracconieri sul monte di Torca, frazione collinare di Massa Lubrense, sono state le guardie giurate venatorie e zoofile del Wwf della provincia di Napoli. Due dei tre cacciatori fuorilegge sono fuggiti, mentre il terzo si è fermato e, col supporto dei carabinieri della stazione di Massa Lubrense e della compagnia di Sorrento, è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Sequestrati il fucile e cartucce di vario calibro. Sui Monti Lattari e in penisola sorrentina la piaga del bracconaggio non è ancora estinta. Stesso discorso per l'uso dei richiami acustici vietati, cioè dei riproduttori elettronici di versi di uccelli che, piazzati nelle ore notturne, hanno il compito di attirare le quaglie che il cacciatore preleverà all’alba. La maggior parte di tali richiami, tra l'altro, viene rinvenuta su suoli precedentemente interessati dagli incendi. Su questo fenomeno resta alta l'attenzione del Wwf che, con le sue guardie venatorie e zoofile, è impegnato in una serie di controlli a tappeto da Vico Equense a Massa Lubrense. «Questa estate le fiamme hanno mandato in fumo migliaia di ettari di boschi – sottolinea Claudio d’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno – Oltre la distruzione della flora, sono state ingenti le perdite della fauna selvatica. Cinghiali e volpi sono stati visti correre all’impazzata, poiane e corvi volare disorientati. Lepri, faine, martore, ricci, rettili, api e insetti sono stati rinvenuti senza vita, uccisi dalle inalazioni di fumo, dalle alte temperature, dall’assenza di cibo e acqua o arsi vivi dalle fiamme che non hanno lasciato loro via di scampo. Eppure, dopo tale tragedia, 18 Regioni hanno ben pensato di anticipare l’apertura della caccia, per completare la mattanza della fauna selvatica. Tutto ciò fa riflettere sulla tutela della natura in Campania».

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