martedì 12 settembre 2017

Cenere non del tutto spenta

di Filomena Baratto

Vico Equense - A volte la vita ci riporta al passato, a un’età diversa, a un fatto vissuto, a un tempo lontano che a stento riacciuffiamo e che forse non ci appartiene più. Sono sensazioni, emozioni ma anche sentimenti assopiti, tenuti a bada e mai scomparsi del tutto. Vivono come una cenere spenta che crediamo incapace di ravvivarsi. Accade sia per eventi positivi che negativi, questi ultimi in numero maggiore. Ce li ricordiamo per la sofferenza, per quanto ci hanno scosso e per come ci hanno fatto diventare. Intanto resta la ferita, il dispiacere, la tristezza che alberga in noi come se quel fatto di tanto tempo fa accadesse ora. E’ la conferma che quel momento non lo abbiamo superato, e da cui siamo ancora sopraffatti anche se credevamo di aver risolto allora. Molto spesso evitiamo anche di pensarci, tanto non ci tocca più. Ma qualche volta quel fatto ritorna, nei modi più strani o inaspettati e ce lo troviamo davanti senza volerlo, di nuovo nella situazione in cui lo avevamo lasciato. A volte basta un volto, un numero di telefono, un ricordo, un fatto per farlo riemergere. E noi lì, incapaci di reagire o di trovare una soluzione così come evitiamo tante cose che non riusciamo o non vogliamo affrontare. La questione ritorna come il sentimento che lo accompagnava e questa volta ci reputiamo forti e non accettiamo che lo stesso fatto possa farci male due volte.
 
La cenere non è mai spenta del tutto, abbiamo solo buttato su dell’acqua, restano focolai sempre pronti a riaccendersi. Forse ci siamo solo allontanati credendo che il tempo lo spegnesse e che i sentimenti scemassero come fiammelle al vento. Intanto quella situazione che ci ha fatto soffrire, ha posto le basi per quella odierna, ha prodotto reazioni a catena dandoci la vita di oggi. E’ questo il motivo per cui non ce ne liberiamo facilmente, ha sempre la responsabilità delle nostre azioni successive, nel bene e nel male. A volte situazioni che pensavamo di passaggio, rappresentano un punto forte da cui siamo partiti. Gli eventi negativi è vero che ci stravolgono, ma è come se dovessimo cadere fino a giù per rialzarci e nel modo migliore. Solo che leggiamo gli eventi quando ormai sono accaduti da un pezzo. La scrittrice Oriana Fallaci racconta che deve la sua passione per la scrittura a un brutto evento: quello di essere stata costretta a letto da un incidente in gioventù. Fu allora che lesse Il richiamo della foresta di Jack London, un libro che le mise dentro la voglia di scrivere una storia che avesse le stessa forza di quella letta: la storia di un cane che lotta per la sopravvivenza. Da un momento di sconforto, nacque la scrittura, la sua vita futura. Così noi ricordiamo quei momenti per quello che hanno fatto maturare in noi, e come allora non davano per certo il futuro che ci hanno portato. Di solito le emozioni sono smorzate, sbiadite, ma i sentimenti vivono. Se abbiamo provato vergogna o paura o tensione o biasimo, orgoglio, rancore, lo ricordiamo perfettamente. E’ quello che riemerge con forza e che ci travolge in un ritorno di situazione. L’animo viene sopraffatto senza difesa con la visione chiara di quello che fu. Ci caliamo in quel tempo comportandoci come se gli altri in quel tempo provassero i nostri stessi sentimenti. E’ qui che siamo in errore, quello che fu per noi non lo fu per gli altri e la realtà è distorta, ci offre solo la nostra versione, non di tutti. E’ incredibile come solo a vedere una persona, o a nominarla, o rievocando un piccolo fatto, uno stupido momento si possa dare vita a un affollamento di ricordi, reazioni, nuove emozione e sentimenti. Una vera miscela esplosiva! Forse nel tempo non hanno ricevuto la dovuta attenzione visto che hanno cambiato la nostra vita. Ripercorriamo i ricordi per capire come certe ferite rinfreschino i nostri sforzi, i nostri entusiasmi, il nostro percorso. Anche se emerge lo stesso sentimento di allora, è questo un modo per capire che siamo maturati. Accettare il passato che ritorna è come dire che siamo in grado di perdonare ogni cosa, ogni sofferenza. Perdonare è l’unico modo per guardare avanti e vivere il presente.

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