martedì 25 luglio 2017

Vico Equense terra mia - Video

di Filomena Baratto 

Vico Equense racchiusa in questa panoramica per omaggiare una terra ricca di bellezza mozzafiato così come la sua gente creativa e operosa. Qui si vive come nella dependance del Paradiso, non manca nulla. L’immagine che giunge in sovrapposizione a quelle che scorrono è di una Madre Terra, dea antica quanto il mondo, tutta seni, golfi e insenature, anfratti, grotte e scogli, collinosi e montuosi rilievi. Intorno il mare congiunge e lega le tante spiagge tipiche, nascoste tra le rocce, dai Bikini a Tordigliano, vergine luogo di approdo come le spiagge di un tempo che sanno di mitici guerrieri. Il mare bagna una terra fertile con ripidi declivi, coperti di viti e ulivi, piante che qui hanno trovato rigogliose fioriture sin dai tempi dei Greci. Le colline sovrastano la costa e al di sopra si erge il Monte Faito, paterna vetta con i suoi 1131 metri a guardia di tutta la penisola. Quasi 21mila abitanti su una superficie di 30 km quadrati, con i suoi tredici casali, le piazzette di paese, gli orti e i sentieri, le strade strette e ripide che si inerpicano su per le colline, i belvedere, le sorgenti d’acqua, le chiese, una in ogni contrada, i panorami, i boschi, la montagna. Una vegetazione fitta e varia a macchia mediterranea copre le colline a ridosso della costa alta e frastagliata, alternandosi a piccole insenature, dove trovano posto ridotte spiagge di ciottoli ad altre più estese. Erbe medicamentose nei prati lungo i versanti della montagna, dove un tempo pascolavano vacche ricche di latte, riconosciuto in tutto il territorio curativo di molte patologie, come apprendiamo dalle Variae, una raccolta di lettere e testi di Cassiodoro (485-585 d.C.).
 
Qui giungevano, da tutto l’Impero, malati e convalescenti a risanarsi con l’aria pura e cibi sani e genuini. Il mare qui è respiro, l’alfa e l’omega e senza la brezza marina, che spira incessantemente, la terra non sarebbe così fertile. L’aria, ricca di iodio vicino al mare e di essenze portate dalle correnti provenienti dalle coste opposte della penisola, dona alle guance quel rossore che mai trucco, tra i più sofisticati, potrebbe sortire uguale effetto. Qui ozi beati come raccontava Quinto Aurelio Simmaco (340-403 d.C.) nel suo epistolario. I luoghi del “buen retiro” dove ritemprarsi e riacquistare le forze, ma al tempo stesso lasciarsi andare al dolce far niente, perdendosi nella dolcezza del clima, nei sapori del cibo e nelle serenate, al calar della sera, di grilli e cicale. Qui il cibo genuino e gustoso ha aperto strade impensabili come quelle della gastronomia, dell’arte culinaria fatta da gente esperta e appassionata. Vico città stellata di rinomata fama, cucine al top per palati sopraffini, cibi freschi e controllati come una volta, così come raccontavano gli antichi. L’arte del saper mangiare, dal gusto raffinato, non poteva trovare una terra più generosa di questa. Ogni alimento, una certezza, ogni prodotto, un vanto e tra tanti piatti spicca la pizza, insuperabile nella sua pasta lievitata e nei tanti gusti. La gente, industriosa e geniale, ha trasformato i limiti di questa terra in pregi e ha messo in luce i suoi punti forza. Qui tra l’uomo e la terra esiste un rapporto armonico così come in ogni attività o iniziativa c’entra la passionalità, la dedizione e la volontà di rendere il massimo, facendo leva sull’estro e la creatività. Questa è stata terra di scorribande, di popoli venuti dal mare e via terra, così come tante personalità hanno dato lustro al luogo. Tra quelli che non dobbiamo dimenticare Giovanni Battista della Porta, (1535- 1615) filosofo, commediografo e scienziato, autore di un’opera, De humana physiognomonia in quattro libri, per riflettere come la fisiognomica definisca il carattere di una persona e quali misteriose forze leghino gli uomini tra loro nei rapporti. Altro illustre autore del nostro territorio Gaetano Filangieri, nato nel 1752 e morto a Vico nel 1788, filosofo e giurista, autore di un’opera espressione di quell’ illuminismo napoletano visto fuori come un ricco laboratorio di idee che furono alla base di grandi costituzioni. La sua Scienza della Legislazione, opera di filosofia del diritto e teoria della giurisprudenza, conteneva i prodromi delle migliori Carte Costituzionali, tra cui quella Americana. Ricordiamo ancora il professore di Eloquenza dell’Università di Napoli, Luigi Serio, improvvisatore, nonché poeta di corte, nato a Massaquano, uno dei tredici casali vicani, nel 1744 e morto nel periodo di maggiore fermento di ideali e di rivoluzione, nel 1799. E ancora il biologo Filippo Cavolini, professore di Zoologia all’Università di Napoli, la cui famiglia fu originaria della contrada di Moiano, nato nel 1756 e morto qui nel 1810. E come esimersi dal menzionare il grande Antonio Asturi, pittore che ha lavorato incessantemente fino alla morte, nato a pochi passi da qui, nella sua Bonea. Pittore di grande ispirazione, illustre vicano conosciuto per le famose maternità, le amate carrozzelle, i suoi paesaggi e le marine, scorci di colline e di boschi, riportando sulla tela l’anima della sua terra. Vico Equense è cultura attraverso le associazioni ed esperti del settore che profondono tempo, energie e impegno continuo, per mantenere la città viva e attenta ai mutamenti, al nuovo, alla tradizione, alla storia, all’arte, alla musica. Associazioni che offrono alla città sempre il meglio in ogni ambito, con promozione di eventi e iniziative sempre al top. Vico è una fucina, un laboratorio sempre attivo, con un occhio volto costantemente al passato e l’altro al presente, in una sintesi perfetta, nell’impegno di non perdere quell’identità che la rende unica e inimitabile.

 

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