mercoledì 19 luglio 2017

Napoli tra le 10 città più pericolose ed è scontro

Fa discutere la classifica del tabloid britannico "Sun" 

Fonte: Bianca De Fazio da La Repubblica Napoli 

Il tabloid inglese Sun condanna Napoli: la inserisce nella mappa mondiale delle città più pericolose. Undici in tutto il pianeta: ci sono la capitale dell'Isis Raqqa, Mogadiscio in Africa, la capitale del Venezuela Caracas, Saint Louis in Usa, San Pedro Sula in Honduras, Perth capitale australiana della droga. Città violente, dove la morte è dietro l'angolo, secondo il giornale inglese che sottolinea, per Napoli, la presenza di baby gang, criminalità organizzata, droga, e il gran numero di omicidi. Senza citare dati precisi. Senza usare fonti ufficiali. Napoli diventa sinonimo di Inferno. E la reazione di molti, quella che ad esempio accompagna tanti post su facebook, punta l'indice contro "chi racconta la Napoli violenta". E giù anatemi contro Roberto Saviano o contro la serie "Gomorra". «Eppure io non sopporto chi nega che a Napoli ci si senta spesso insicuri dice Mario Gelardi, il regista che ha scelto la Sanità per il suo lavoro ed il suo impegno sociale - Dobbiamo avere lo sguardo lucido». Ad esempio sulla presenza dell'esercito nelle strade: «L'esercito fa pensare alla guerra. I bambini che crescono vedendo i militari vicino casa percepiscono quelle presenze come un messaggio di guerra. Ed è quanto, evidentemente, percepiscono anche alcuni giornalisti. Passa il messaggio sbagliato».
 
Più secco il giudizio di Paolo Giulierini, direttore del Mann, affidato a facebook: «La lotta contro i giudizi e la superficialità è dura». Ed il suo collega francese che dirige il museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, dice di più, parla di «informazione assolutamente falsa». E spiega: «Sono qui da 2 anni, ci sono stato a più riprese in passato. Ho vissuto a Chicago per 4 anni e la statistica da quelle parti era di 600 crimini all'anno. E assurdo alimentare questa leggenda sulla pericolosità di questa città, dove c'è un dolce caos, sulla base di notizie false». Anche il veneziano Paolo Pinamonti, direttore del San Carlo, vive a Napoli da 2 anni dopo esser stato a Lisbona ed a Madrid, «e lì ho vissuto momenti di vera tensione. Il mio lavoro mi porta ad uscire anche di notte e posso a ragion veduta parlare di invenzioni del giornalista del Sun. Com'è un'invenzione che si dica "vai a Napoli" per dire "vai all'inferno"». Non può che difendere la sua città il sindaco Luigi de Magistris, e lo fa con parole dure: «Abbiamo letto un giudizio falso, superficiale, di chi evidentemente non ha mai passato un giorno a Napoli, città piena di problemi ma estranea a quella classifica. È grave che si continui a dare di Napoli una narrazione antistorica». E poi un suo cavallo di battaglia, legato alle emozioni dei turisti: «Credo che chi ha scritto l'articolo non ha mai provato l'emozione straordinaria di vivere e passare per Napoli. Non sanno cosa si perdono e vanno avanti con affermazioni fuori dalla realtà e risibili». Magari possono «fare da pungolo per spingerci tutti ad assumerci le nostre responsabilità e a smentire questi luoghi comuni con i fatti» suggerisce Gaetano Manfredi, rettore del la Federico II. Che aggiunge: «Siamo vittime della stupidità di molte delle classifiche che testimoniano il forte pregiudizio nei confronti di Napoli. Luoghi comuni che circolano negli ambienti internazionali». La mappa geografica pubblicata dal Sun «umilia Napoli» e rientra tra «le terribili conseguenze causate da chi distorce, positivamente o negativamente, la realtà napoletana» è il parere dell'imprenditore Sergio Fedele. Mentre Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli, osserva che «la descrizione, basata sulla fama antica, non corrisponde alla realtà odierna. Solo visitandola e vivendola per qualche giorno si potrà esprimere un giudizio più veritiero. Per questo invitiamo l'autore di quell'articolo a Napoli, che oggi è una capitale turistica con tanto da offrire e che non nasconde i suoi problemi ma cerca di affrontarli». «Pessimo giornalismo basato su stereotipi. Non cita neanche un dato o una fonte - sottolinea Armando Brunini, Ad di Gesac - Dobbiamo però evitare reazioni vittimistiche e rispondere con comportamenti virtuosi per rendere la città sempre più attrattiva. I fatti e soprattutto le belle esperienze vissute dai turisti nella città danno ragione a Napoli».

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