martedì 31 gennaio 2017

«Camorra pulviscolare e pericolosa. Con mire sul settore agroalimentare»

La relazione semestrale della Dia: gruppi emergenti violenti e senza strategie 

Fonte: Titti Beneduce da Il Corriere del Mezzogiorno 

Napoli - Una camorra «pulviscolare» e perciò tanto più pericolosa. Una camorra interessata a tutti i settori imprenditoriali, da ultimo anche a quello agro alimentare. È quello che emerge dalla relazione semestrale della Dia sulle mafie, disponibile da ieri. Il primo semestre dello scorso anno, soprattutto a Napoli, come emerge dalle analisi del centro operativo guidato da Giuseppe Linares, è stato caratterizzato da una fortissima precarietà degli equilibri criminali che ha causato numerosi e preoccupanti atti di violenza, ma anche difficoltà nelle indagini: «Nei territori dove si assiste con cadenza quasi quotidiana ad azioni violente, i gruppi sembrano infatti aver assunto una struttura pulviscolare che ne accentua le conflittualità. Il denominatore comune di tali aggregazioni rimane senza dubbio la spregiudicatezza dell'operato criminale, che non di rado si manifesta con le cosiddette "stese", ossia sparatorie non controllate da persone in sella a motociclette. La mancanza di prevedibilità nell'agire e l'assenza di una strategia comune — si legge ancora nella relazione — rappresentano le caratteristiche essenziali del modus operandi di questi gruppi emergenti, la cui sopravvivenza è spesso molto breve: a Napoli, in particolare, si contrappongono sodalizi formati da giovanissimi ma con un curriculum criminale di tutto rispetto, che iniziano a delinquere dalla prima adolescenza, concludendo spesso la loro parabola criminale poco più che maggiorenni a seguito di azioni sanguinarie.
 
Conseguentemente, il tentativo di cristallizzare, attraverso le indagini, i ruoli e le funzioni degli affiliati e le alleanze operative in atto è spesso vanificato da una realtà criminale permanentemente in fieri, che nel capoluogo assume quasi una dimensione parossistica». Moltissimi i settori di interesse dei clan, tra i quali, a sorpresa, spunta quello agro - alimentare. In questo comparto i clan tendono a fare cartello, agendo sull'intera filiera: «dall'accaparramento dei terreni agricoli all'intermediazione nella vendita dei prodotti, dal trasporto e lo stoccaggio dei prodotti fino al reinvestimento dei profitti illeciti nei centri commerciali, cui deve aggiungersi l'imposizione della vendita di determinate marche e prodotti di generi alimentari quale altra forma di velata estorsione». Il fenomeno delle agromafie, sottolineano gli investigatori della Dia, s'intreccia inevitabilmente con altri delitti notoriamente appannaggio della camorra, come lo smaltimento illegale dei rifiuti ed il conseguente inquinamento di terreni e falde acquifere. «Funzionali a queste pratiche illecite — prosegue al relazione della Dia — diventa, anche in questo caso, l'apporto di amministratori e professionisti collusi, i primi coinvolti nell'assegnazione ai clan degli appalti per la raccolta ed U trattamento dei rifiuti, i secondi nella predisposizione di falsi documenti di trasporto e certificati di analisi alterati». Tra gli elementi di interesse segnalati dagli investigatori specializzati nell'aggressione ai patrimoni, l'aumento dello spaccio di droga a Posillipo e l'intéresse dei clan per gli appalti negli ospedali della zona collinare.

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