sabato 28 maggio 2016

Un cittadino (pecora) ci scrive

Vico Equense - Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre. In dialetto napoletano il mediatore tra il venditore e compratore si chiama “Sanzaro”. Per una serie di congiunture politiche imprevedibili stiamo assistendo, in piazza e nelle borgate, ad un diffondersi di tale figura perché c’è in giro una discreta offerta di pecore. “Caro Sanzaro ho nel mio recinto 200/250 pecorelle di razza Friso, non posso momentaneamente allattarle, cosa mi dai se te le passo?” “Adorato Sanzaro non posso più gestire le mie 400/450 pecorelle di razza Cinisa, se ti concedo il loro latte ti ricorderai di me quando ci sarà da mangiarne il formaggio?” Carissimo e biasimato Sanzaro le mie 600/700 pecorelle di razza Modica hanno di colpo perso vigore e la loro produttività è in forte diminuzione. Se riesco a convincerle di passare nel tuo recinto mi prometti un assise di rilievo nella stalla ove saranno tosate? Le arcane leggi della natura e le contingenze della vita ci portano a scelte a volte inadeguate. Che ne dite care pecorelle, o pecoroni, se decidessimo di vivere almeno un giorno da leone?

Salvatore Guida

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