venerdì 27 maggio 2016

Museo Aperto Antonio Asturi. Il Sindaco Migliaccio: “Stefano è il primo artista premiato nella sala dedicata al maestro”


Vico Equense - “Non si capisce bene l’arte fino a quando non ci rende cose straordinarie come quelle prodotte da Stefano Volpe”, così il Sindaco Benedetto Migliaccio ha esordito durante la premiazione del giovane studente del liceo artistico “Francesco Grandi” di Sorrento. “Stefano è il primo artista premiato nella sala dedicata al maestro Asturi”, aggiunge il Sindaco Migliaccio. Presenti alla cerimonia di conclusione del progetto “alternanza scuola-lavoro”, oltre al Primo cittadino, gli Assessori Marinella Cioffi e Andrea Buonocore, il vice presidente del consiglio comunale Franco Lombardi, i genitori, i docenti e i compagni di classe di Stefano. L’arte è un circuito preferenziale che bypassa la realtà, ma non la scarta, semplicemente la ingloba in forme e colori, trasformandola in qualcosa di nuovo, di sentito, provato, immaginato. L’arte chiama direttamente il cuore, l’anima, l’essenza della persona e la traduce. L’arte è vita. “Stefano – commenta l’Assessore alle politiche sociali Marinella Cioffi - sente quello che gli altri non riescono a recepire nel frastuono della vita e produce ciò che trabocca nel suo cuore. E invia in codice ciò che non potrebbe esprimere liberamente.” Si crede, molto spesso, che persone come Stefano vivano isolati nel loro mondo come vuole la malattia, invece ci offrono la loro interiorità come non saremmo capaci di fare noi con la nostra razionalità onnipresente. Ogni difficoltà per loro si traduce in opportunità per noi. Una carta, un fiore, un colore, un foglio, un bottone, diventano pretesti per mettere le ali e volare al di là di quel confine che ci identifica per normali e diversi. Dovremmo ringraziare Stefano per quello che ci offre, un piccolo e prezioso dono, fatto di una rara sensibilità. La sua visione di vita è così semplice e vera che non ce n’è di migliore e forse siamo noi che non sappiamo rapportarci a un mondo semplice come quello rappresentato con gioia da ragazzi come Stefano. A volte questa malattia è come un fiore che all’occorrenza si apre, altre si chiude a bocciolo

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