domenica 29 maggio 2016

La cucina di Snoopy. Tortino al cioccolato fondente

di Filomena Baratto

Vico Equense - In questo periodo di campagna elettorale, di stress di fine anno scolastico, di inizio di stagione calda, di cosa’altro? Di tante cose che si affollano e ci chiedono di essere sbrigate, scatta un meccanismo di difesa stupendo. Mi sveglio con le immagini di una piramide maya, che presumo sia una reminiscenza di qualche film. Con gli occhi spalancati cerco di fare il punto della situazione: “Che vorrà dirmi?” Sono famosa in famiglia per i miei sogni premonitori e non so proprio cosa voglia dirmi una piramide maya e mi preoccupo. Salto giù dal letto preoccupata più che mai e accendo il telefonino come un automa, subito mi compare la nuvoletta di whatsapp con un messaggio: un’amica mi invia un bellissimo tortino al cioccolato con su una candelina per il suo compleanno, facendomi capire di aver festeggiato in silenzio e pertanto di essermene dimenticata. Quell’immagine di tortino mi riporta alla piramide maya…ecco, il cioccolato, mi dice del cioccolato. Il formato del tortino rappresenta proprio quella piramide. Possibile che fosse tutto preordinato per farmi preparare i tortini? E la dieta? Mi ritrovo con il pentolino in mano dove far sciogliere dapprima il cioccolato. Sarà buono? Sarà un surrogato? Ci si può fidare di questo alimento? Da quando mangiare sano è diventato difficile, per casa passiamo a setaccio tutti gli alimenti. La pianta di cacao è antichissima, originaria dell’Amazzonia dove veniva coltivata già cinquemila anni fa, circa.
 
Ecco, il cibo degli Dei, per questo ho sognato la testa di un Dio alla sommità della piramide. Mi basta per convincermi che il tortino s’ha proprio da fare! Tutto questo grazie a Cristoforo Colombo, che scoprì la via dalle Americhe. Ma d’altra parte se gli Spagnoli non gli avessero dato la possibilità di partire, grazie a Isabella di Castiglia, mai avremmo conosciuto questo alimento che resterà in eterno. E tutto grazie al suo sogno di scoprire le Indie…proprio come me anche lui parte da un sogno! Colombo aprì la strada, vide le piantagioni ma non ne capì l’importanza, dobbiamo aspettare Hernan Cortès per scoprire il frutto e quello che ne sarebbe derivato. All’inizio solo la Spagna disponeva di questa piantagione. Ma il merito dell’introduzione del cioccolato in Italia, e soprattutto in Toscana, è del fiorentino Francesco D’Antonio. I Medici ne erano golosissimi, a cominciare da CosimoI. Fu comunque il Re Sole, nel 1659, a concedere a un ufficiale della guardia della Regina una sorta di “patente”per vendere la polvere di cacao. E con un accenno di disappunto nei confronti di Luigi XIV che, non solo si è servito del Bernini per la costruzione di Versailles e dell Louvre per poi mandarlo a quel paese, ma mette lo zampino anche nel cioccolato, aggiungo il burro al composto che sfrigola a bagnomaria nel pentolino. E ripenso a Giacomo Casanova, grande sostenitore delle sue qualità afrodisiach e che, per questo, ne faceva largo uso. L'abitudine a bere cioccolata nei conventi, durante il '600, è documentata persino dal Manzoni ne "I Promessi Sposi”, nel brano in cui la Madre Superiora offre alla nobile fanciulla che sarà poi la monaca di Monza, una fumante tazza di cioccolato per renderle meno traumatico l'impatto con le asprezze della vita conventuale. E così più tranquilla, per l’arrivo in Italia del cacao, aggiungo lo zucchero al cioccolato e al burro ben sciolti e tolti dal fuoco. Mentre giro la pasta scura, lucida, profumata, mi prende il panico per quello che sto facendo. Vado a pesarmi e la bilancia non mi rassicura. Allora continuo con la ricetta dicendomi che metterò in frigo il tutto, per mangiarlo in un momento di magra, magari come pasto unico. E così sbatto le uova e le aggiungo col frustino amalgamando bene. La prima barretta di cioccolato si confezionò in Inghilterra diventando anche un lusso poterla mangiare in questo modo. Scrivo un messaggio all’amica e le dico che per colpa del suo tortino sto attentando alla dieta, mettendomi in testa una voglia di cioccolato. Lei rincara la dose ricordandomi della prova costume ed è a questo punto che, presa da un senso di colpa, rifinisco con la farina, spolvero i contenitori di cacao e verso dentro la pasta a cucchiaiate e poi metto tutto in frigo. Finalmente mi sento salva, non andranno in forno se non dopo pranzo, a 180 gradi per un quarto d’ora. Intanto le fragole dell’orto di papà mi fanno l’occhiolino dallo scomparto frutta quando ho aperto, riapro e ne assaggio una e penso a che buono il tortino cosparso di fragole. Be’, ci faccio un pensierino mentre ricontrollo la ricetta. Che sarà mai questo tortino, sembra quasi che abbia adesso tutte le malattie del mondo e non possa assaggiare un bel niente. Sono appena 120 gr. di cioccolato fondente, 80 gr di burro, 80 gr. di zucchero, 20 gr di farina, 2 uova. Sono in tutto circa 1528 calorie che divise per quattro persone sono 382 a porzione. A questo punto rinuncio, è troppo. Pensa se fossi stata una Maya, avrei potuto mangiare le fave di cacao, o mi sarei accontentata di essere anche un’azteca, in epoca più vicina. Vivere in mezzo al cioccolato…ma no, solo fave, il ciocco-latte lo abbiamo inventato noi! L’Europa ha reso queste fave una delizia, dandole degna cucina. Senza il nostro contributo, sarebbero solo fave scure. Che cosa abbiamo inventato: il cioccolato, un cibo divino! Infatti nel mio sogno, sulle scale accanto alla divinità, c’era un contenitore di enormi frutti…le fave. Il cervello che mi riporta alle origini del cacao, alle origini della storia in modo che io possa giungere al cioccolato e farmi sapere che lui, il cervello, ha bisogno di cioccolato. Vizioso, poteva accontentarsi dello zucchero, magari di canna, invece no, pretende il cioccolato e lo fa prendendomi in giro. Ma io lo devo gabbare, ho capito e faccio finta di niente. Il tortino è pronto ma non lo inforno, a chi mi chiede, dico che domani ho ospiti. Mi viene in mente Così fan tutte di Mozart dove il cioccolato viene esaltato nella gustosa aria di Despina, la cameriera, alle prese col cioccolatte, servito soprattutto per curare la malinconia d’amore: “Che vita maledetta è il far la cameriera! Dal mattino alla sera, si fa, si suda, si lavora, e poi di tanto, che si fa, nulla è per noi. E’ mezz’ora che sbatto; il cioccolatte è fatto, ed a me tocca restar ad odorarlo a secca bocca? Non è forse la mia come la vostra? O garbate signore, che a voi dessi l’essenza, e a me l’odore! Per Bacco, vo assaggiarlo, (lo assaggia), com’è buono!” Sono anche più brava di Despina, aspetterò a fine pranzo per assaggiare la piramide maya, che con tanto amore ho preparato, con intorno tante fragole. Finalmente con la piramide tutta per me, creo un varco col cucchiaino alla sommità per farne uscire il cuore di cioccolato dal suo interno, come un rivolo di leggero strato sulle fragole ai suoi piedi a sommegerle in mezzo a una pioggia di zucchero a velo. Provatela in tutte le sue varianti e vi tirerà su da ogni malinconia, non solo d’amore. Solo dopo possiamo parlare di tutto, anche di politica, a cominciare dall’insegnare alle persone come si vota. Credo che molti sbaglino anche a votare, magari vogliono scrivere una cosa e ne fanno un’altra. Andateci a tortino mangiato, sarete più dolci…e col cervello rinforzato. Io voterei il tortino pre-elezione.

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