martedì 27 ottobre 2015

Alga tossica, mitili e ricci vietati a Sorrento

Fonte: Massimiliano D’Esposito da Il Mattino

Sorrento - Dai reflui fognari alle alghe tossiche, dai divieti di balneazione allo stop alla raccolta ed al consumo di frutti di mare. Lo specchio d'acqua che bagna Sorrento quest'anno non trova pace. Dopo un'estate costellata di cartelli che imponevano il «no» ai tuffi lungo le spiagge della costiera, ora è la volta delle limitazioni alla raccolta ed al consumo alimentare di alcune specie ittiche. Il motivo? La presenza m mare di un'alga che può rivelarsi nociva per l'uomo. A evidenziare i possibili rischi per la salute pubblica è stato il Settore veterinario dell'Area assistenza sanitaria della Regione, che, per le indagini, si avvale dell'ausilio di Arpac, Stazione zoologica Anton Dohm, Dipartimento di chimica della Federico II e Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno. Dalle analisi effettuate sui campioni di organismi marini prelevati in alcuni siti del Comune di Sorrento tra settembre e i primi giorni di ottobre, è emersa la presenza di una biotossina prodotta dall'ostreopsis ovata, una macroalga tossica. Per questo il sin daco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, ha sottoscritto un'ordinanza che impone il divieto di pesca e di consumo di echinodermi (ricci di mare), frutti di mare (molluschi bivalvi e gasteropodi) e crostacei (granchi), raccolti a livello amatoriale per autoconsumo sui fondali rocciosi del litorale, entro il limite di cento metri dalla linea di costa. In sostanza, il provvedimento del primo cittadino stabilisce che «è vietata la pesca da autoconsumo sotto costa di cozze, patelle, ricci, crostacei, granchi e altri molluschi presenti in prossimità della costa, o sui siti rocciosi del litorale comunale a causa del possibile accumulo di una tossina che può rivelarsi estremamente pericolosa per la salute pubblica».
 
Ma quali sono i rischi concreti per l'uomo? «L'intossicazione per ingestione della ostreopsis ovata da consumo di prodotti contaminati è rara e si manifesta con disturbi gastroenterici che si aggravano con paralisi respiratoria e cardiaca - fanno sapere dall'Arpac -. Più frequente è l'intossicazione da inalazione della tossina che si rende responsabile di malesseri respiratori, febbre, irritazioni cutanee, cefalea, nausea». La presenza della macroalga al momento è stata rilevata solo nel tratto di costa di Sorrento. Nei prossimi giorni, però, saranno eseguite ulteriori analisi sui frutti di mare prelevati in altre zone della costiera, in modo da circoscrivere l'area oggetto della contaminazione. «Non si può pensare - conferma Antonio Limone, commissario dell' Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno - che una Regione come la Campania, con ben 500 chilometri di coste, non effettui un continuo monitoraggio sulla qualità delle acque: il mare rappresenta una ricchezza e è una risorsa che va salvaguardata». Nel frattempo dal Comune precisano «che i rischi per la salute non sono legati al consumo delle specie ittiche acquistate attraverso gli ordinari canali di vendita, in quanto oggetto dei controlli delle Asl». Insomma, nei ristoranti arrivano prodotti dei centri di stabulazione. Dai circuiti fuori controllano il rischio è altissimo.

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