mercoledì 29 aprile 2015

San Salvatore: il tesoro abbandonato, custodito nella cappella di S. Maria delle Grazie

di Annamaria Ponti

Vico Equense - Il borgo di S.Salvatore è uno di quei casali senza una storia gloriosa da raccontare, sorto anticamente intorno alla sua chiesa. Nessuno immagina però che qui venga custodito un tesoro unico e prezioso, creato secoli fa da gente povera, ricca di una tale fede, da trovare tra il poco e l'essenziale le risorse per costruire luoghi di culto, per manifestare a Dio la propria devozione. Arrivati a S. Salvatore, procedendo dopo la chiesa principale, intitolata appunto al santo, bisogna percorrere una stradina che si snoda tra campi e case che hanno conservato lo stile colonico. Si arriva così davanti ad una piccola chiesetta,dalle linee sorprendentemente nobili e armoniose,intitolata a S. Maria Delle Grazie. Si sa poco sulle origini della chiesetta. La gente del posto racconta che molto tempo fa, alcuni contadini trovarono in un campo l'immagine di una Madonna su un pezzetto di muro ed eressero una cappella intorno ad essa. Entrando nella cappella, non in ottimo stato, a sinistra dell'altare ad un livello più basso del pavimento c'è l' immagine di una Madonna sbiadita dal tempo. Il volto delicato e raffinato, lo sguardo quasi intrigante,si contrappone al corpo della Madonna che sembra disegnato da una mano infantile. Stringe tra le mani i seni nudi che sgorgano latte, sorprendendo così per la sua natura umana di donna comune e per il significato pagano che ha l'immagine. Infatti l'iconografia della "Madonna del latte" risale all'antico Egitto in cui erano diffusissime le immagini della dea Iside intenta ad allattare il figlio Horus. Il culto durò nei secoli fino ad intrecciarsi col cristianesimo.Molte statue pagane furono venerate come Madonne. Si diffusero in Europa a partire dal trecento, secolo in cui molti fanno risalire il dipinto di S. Maria delle Grazie. Le "Madonne del latte" furono poi censurate durante il Concilio di Trento, considerate sensuali secondo la morale del tempo.



La cappella custodiva una preziosissima acquasantiera di finissimo marmo bianco, decorata da dieci testine di angeli, proveniente dalla vicina abbazia di Crapolla. L'acquasantiera è "scomparsa "qualche anno fa.Si dice che la Madonna durante l'epidemia di colera trasudasse una sostanza dal suo volto,probabilmente a causa dell'umidità,e guarisse chi veniva unto da questo liquido. Ultimamente qualcuno ha voluto ricambiare la benevolenza della Madonna ponendo sul suo capo una grossa luccicante corona dorata,un offesa all'arte al gusto, e al messaggio di semplicità che centinaia di anni fa qualcuno ha pensato di tramandarci. Si spera in un restauro pronto e coscienzioso come è avvenuto per la cappella di Santa Lucia. Lo meritano gli abitanti, l'arte, la storia e i visitatori.

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