venerdì 20 febbraio 2015

Sorrento: una città non amministrata

Francesco Mauro
di Francesco Mauro, segretario PD Sorrento 

Sorrento - La politica è fatta di scelte. E si è tenuti a fare le scelte giuste, soprattutto quando si amministra. Per inadeguatezza al ruolo può capitare di fare scelte sbagliate, ma non scegliere e lasciare questo potere ad altri è il più grande errore che si possa commettere, dimostrando incapacità e mancanza di rispetto verso la comunità (non) amministrata. Sorrento è una città non amministrata, dove nessuno sembra avere il potere di farlo, neanche i legittimi rappresentanti istituzionali. Sorrento è una città che non sceglie. Solo a titolo di esempio, il Comune di Sorrento: nella costituzione degli ATO per la gestione del ciclo dei rifiuti, ha le competenze comunali commissariate al Sindaco di Torre del Greco, causa immobilismo; nel caos-GORI è completamente inerte dinanzi alle decisioni prese all’interno dell’assemblea dei sindaci dell’ATO3 e indifferente verso la “Rete dei Sindaci” costituita dai “Comitati per l’Acqua Bene Comune”, che si propone di tutelare i cittadini e gli utenti del servizio idrico; nella lotta al lavoro precario e irregolare, dopo aver rifiutato l’istituzione di un Osservatorio ad hoc proposto dal Partito Democratico, si ritrova oggi a rincorrere il virtuoso esempio di Piano di Sorrento, che dopo essersi dotato di questo strumento lo sta oggi esportando con successo nei Comuni peninsulari; nella regolamentazione della Centrale Unica di Committenza (l’organo sovracomunale preposto agli acquisti superiori a € 40.000, imposto dall’attuale legislazione) si è fatto dettare la linea dalla vicina Massa Lubrense, esautorando le competenze del proprio Consiglio Comunale.
 
E si potrebbe continuare ancora, arrivando alla sublimazione: l’autocommissariamento. Nel decidere il futuro del Parco Ibsen, con delibera di Giunta, si è deciso di rimandare la scelta alla prossima amministrazione. Eppure un suggerimento in merito c’era già: il PD, con emendamento (bocciato) all’ultimo bilancio di previsione, aveva proposto di destinare il Parco Ibsen alle attività giovanili, vista la totale assenza di spazi dedicati ai giovani. Il Comune di Sorrento, nelle persone che oggi lo amministrano, ha deciso ormai di non scegliere, delegando le proprie competenze ad altri enti o, nella peggiore delle ipotesi, restando immobile (vedasi il finanziamento regionale di 11,7 milioni di euro per la realizzazione del percorso meccanizzato Porto-Parcheggio Lauro che è andato “misteriosamente” perduto). Ancora peggio sono poi le scuse e gli scaricabarile per giustificare i ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche (Vittorio Veneto in primis): gli uffici, la burocrazia, le ditte appaltatrici. Nemici atavici e incontrastabili, verso cui il potere politico non può (a parer loro) nulla. Un’intera Città, le proprie tradizioni e la sua comunità sono quotidianamente umiliate dall’incapacità di gestire gli affari pubblici e nello svolgere quel ruolo di leadership naturale che gli spetta (per storia, blasone e rilevanza internazionale) all’interno della stessa penisola sorrentina. Eppure basterebbe poco, basterebbe scegliere, basterebbe far politica.

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