mercoledì 31 dicembre 2014

Meta. Scarichi fecali, stop al disastro: pagherà Seteap. Fogna ko per un tubo del gas metano

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Meta - Un’onda continua di scarichi fecali giù dal costone. Inarrestabile, che veniva giù «da almeno 4, 5 anni» stando all’allarme di un commerciante di vico Santo Stefano, angolo di una Meta antica e che domina la parete rocciosa che dà sul mare. Uno spicchio che profuma di storia e che osservava nottetempo quello sversamento. Uno scarico incessante, che non faceva altro che dare un’altra mazzata alla natura, all’oasi blu della baia di Meta. Ma che per fortuna è stato fermato giusto in tempo, scongiurando il peggio. Colpa di una fogna in tilt e di una condotta del gas metano che, secondo il rapporto del Comune di Meta, ha provocato quello che tecnicamente viene definito nel dossier come “svasamento”, ovvero un intoppo sull’impianto che ha portato agli scarichi fecali riversati nel costone. Ora, però, il peggio è passato: i lavori sono cosa fatta, l’inquinamento è stato fermato e l’ente può tirare un sospiro di sollievo. Ma chi paga? I soldi, circa 6mila euro, li anticipa il Comune. Che è già pronto a rivalersi con chi, a detta dell’ufficio tecnico, ha compromesso la situazione: cioè Seteap, la concessionaria dei lavori di metanizzazione. In tal senso ora spunta la nota di pagamento per la società che dovrà sborsare i contanti nel corso delle prossime settimane. E’ l’ennesima storia di ambiente da difendere e scarichi da tenere sotto osservazione. Tutto parte un mese fa quando un commerciante contatta Gori segnalando lo sversamento di reflui, a quattro passi. La società che gestisce le risorse idriche risponde con chiarezza: nell’area incriminata, quella di vico Santo Stefano, non ci sono condotte.
 
La segnalazione, per competenza, passa al Comune che non esita a disporre un sopralluogo. «I liquidi sono scarichi fecali diluiti». Sversamenti killer per la tenuta ambientale. A questo punto, cominciano gli scavi per scovare il guasto. Si sospetta una rottura. E così avviene. Tecnici e operai accendono i riflettori su un pozzetto di sconnessione e la fogna pubblica: una curva dell’impianto risulta danneggiata, c’è un foro di 5 centimetri causato - a detta degli esperti - «da lavori effettuati di recente». Così si continua ad andare a fondo e si scopre che nelle vicinanze del tubo passa la condotta dell’adduzione del gas metano, piazzata lì almeno 5 anni fa, proprio da quando - a detta del commerciante autore della segnalazione - vengono scovati gli scarichi. Ma c’è dell’altro. C’è quella che i tecnici definiscono «incredibile casualità»: sotto al tubo danneggiato passa il canale fognario che, prima della realizzazione del sistema di collettamento delle fogne, conduceva le acque di scarico verso il costone «e quindi a mare». Un passaggio abolito ma non distrutto e che veniva utilizzato da un privato per lo scarico alimentando il vecchio canale di scolo che, quindi, sversava tutto lungo il costone. Fatta la somma, ecco il totale: il Comune dispone l’apertura dei cantieri e, oggi, intende rivalersi su Seteap per il pagamento dei lavori.

Nessun commento: