lunedì 27 ottobre 2014

Le primarie o sono competitive o sono un imbroglio democratico

di Nicola Corrado, assessore della città di Castellammare di Stabia 

Castellammare di Stabia - Nella primavera del 2013 ho partecipato alle elezioni primarie per scegliere il candidato Sindaco della mia città: e' stata una battaglia durissima, entusiasmante, coinvolgente, oltre 5000 partecipanti, ho combattuto con tutte le mie forze ma sono stato battuto; un minuto dopo la proclamazione del risultato abbiamo iniziato insieme al vincitore la campagna elettorale ed insieme abbiamo vinto con il 70% dei consensi. Migliaia di cittadini campani vogliono scegliere, come avviene in tutti i grandi Paesi democratici, leader e programma; quei cittadini non sono diversi dai calabresi, o dai romagnoli, o dai liguri. La democrazia, anche all'interno di un partito, come ci ha dimostrato Matteo Renzi, si afferma attraverso la competizione, non esistono le primarie confermative, che non sono altro che un imbroglio democratico: Obama e Clinton se le sono date di santa ragione, ha vinto il primo e dopo, insieme, hanno battuto i repubblicani. Non possiamo, mentre partecipiamo alla Leopolda e parliamo del valore della scalabilità del Paese, nasconderci nei giochi della vecchia politica, nei giochi delle mediazioni o delle autorizzazioni romane, nelle ricerche infinite, fino all'ultimo secondo utile, delle sintesi possibili.
 
Voglio dirla tutta con chiarezza: il Partito Democratico in Campania non può pagare il limite vero della Fonderia, e cioe' l'assenza di un leader in grado di partecipare e di vincere le primarie, perche' e' cosi' che si diventa leader, attraverso la competizione, come ha fatto Matteo Renzi, evidentemente la Fonderia non e' la Leopolda. Mi vengono in mente le parole di don Primo Mazzolari: rischiamo di morire di prudenza in un mondo che non vuole e non puo' piu' aspettare. Ecco, non possiamo morire di prudenza: il nostro metodo di selezione del leader e del programma sono le primarie, e questo metodo non puo' essere messo in discussione da nessuno: abbiamo gia' tre candidati, altri, se hanno il coraggio e la forza, possono partecipare, tutto il resto e' retorica fastidiosa e disonesta. Il centrodestra ha governato male, oggi vive una crisi profonda, e'stato travolto da numerose inchieste giudiziarie; ma nonostante questo quadro, fatto di diverse debolezze, alle ultime elezioni politiche, qui in Campania ha retto, vincendo addirittura al Senato. Lo stesso M5 stelle, nella nostra regione, ha avuto un'affermazione consistente che non puo' essere assolutamente sottovalutata, anche perche' le elezioni regionali non si giocano con il sistema del doppio turno di ballottaggio: vince chi prende un voto in piu' al primo ed unico turno elettorale. Insomma se sbagliamo il candidato, cosi' come e'avvenuto alle ultime elezioni della citta' di Napoli, il rischio di perdere e' reale. Siamo in ritardo e dobbiamo correre, occorre un programma forte, credibile, condiviso non solo per vincere le elezioni ma per governare il futuro delle nostre terre; in questo cammino collettivo dobbiamo partire dalle tante trincee istituzionali che abbiamo sui territori: decine di giovani amministratori che conoscono le difficolta' quotidiane di amministrare una citta', che hanno vissuto sulla propria pelle l'incapacita' della Regione di Caldoro di utilizzare le ingenti risorse dell'Europa, che cercano di attrarre investimenti privati per rilanciare crescita ed occupazione, che conoscono il proprio territorio semplicemente perche' lo vivono, che non sono "invecchiati" nelle federazioni dei partiti alla ricerca di protezioni politiche. Questa prima linea deve essere rafforzata chiamando alle armi i figli dell'Erasmus, migliaia di giovani che hanno girato l'Europa e poi sono tornati nelle proprie terre per aprire una societa' , per esercitare una professione, per insegnare nelle Universita', per provare a farcela con le proprie forze. E poi ci sono le tantissime energie che si sono riversate nell'universo delle associazioni e delle cooperative, che hanno sfidato la camorra, imparando a convivere con il disagio e la disperazione di migliaia di giovani dei "quartieri della Campania" dove lo Stato ha alzato bandiera bianca. Questo popolo ha bisogno "adesso" di un leader per vincere, e non ci possono essere scorciatoie "democratiche": i veri leader si forgiano nella competizione perche' Competition is Competition.

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