sabato 29 marzo 2014

Un figlio scomparso, la forza di sperare

Fonte: Tiziano Resca da Avvenire

Essere madre, padre, fratelli di un bimbo sul quale all'improvviso calano le tenebre del nulla. Un figlio che svanisce senza un grido una traccia un indizio. Un'attesa che ad ogni battito di cuore si fa più angosciosa. È il dramma che ogni anno, solo in Italia, piomba su centinaia di famiglie. Il dramma dei minori scomparsi, finiti nel mistero. Se ne parla solo in certi casi, quelli che per qualche motivo diventano notizia. Il resto fa come parte della routine, di una quotidianità che normale non è, ma che vale un'attenzione solo fugace. Eppure nel nostro Paese negli ultimi 40 anni s'è persa traccia di oltre 11.500 minori. A fine giugno del 2013 gli archivi della Polizia davano come ancora attive le ricerche di 2.553 bambini o ragazzini spariti dal 2008 in poi. «Ancora attive» significa «mai ritrovati». E nei primi sei mesi dell'anno passato sono stati quasi 700 ad essere inghiottiti dal nulla. Vero che in parecchi casi il ritrovamento o il ritorno non vengono segnalati alle forze dell'ordine, ma la cifra resta impressionante. Quale strada prenda il destino di questi piccoli sventurati è quasi sempre impossibile da stabilire. Certo molti casi riguardano allontanamenti volontari – fughe – dalla famiglia. L'aumentata presenza di nomadi ha inoltre allargato la piaga del "rapimento" dagli istituti da parte degli stessi genitori: casi di ragazzini sottratti alla custodia della comunità cui erano affidati e nascosti in altre città per essere destinati all'accattonaggio. E ancora episodi di bimbi "rubati" da un genitore all'altro, triste conseguenza di disperate lacerazioni familiari.
 
E poi, allargando lo sguardo sul mondo intero (stime parlano di 8 milioni di minori scomparsi l'anno), la prostituzione, il prelievo di organi, il lavoro nero, le guerre da baby-soldato. Fra i tanti casi di bimbi scomparsi, uno dei più clamorosi nel nostro Paese è stato quello di Angela Celentano, finita nella mani di chissà chi il 10 agosto del 1996, quando aveva poco più di 3 anni. Era in gita con i genitori e le sorelle sul monte Faito, nel Napoletano. Giocava nei boschi, finì come dissolta nel nulla. Da quel giorno i genitori la cercano, l'aspettano, setacciano le tante segnalazioni che arrivano da ogni parte del mondo, sognano di veder comparire un giorno o l'altro una giovane donna che sappia chiamarli papà e mamma. Lo scorso 11 giugno la mamma Maria ricordò il giorno del suo ventesimo compleanno: «Oggi le abbiamo comprato un regalo, lo abbiamo messo accanto agli altri nella sua stanzetta. Una sorpresa per lei. Quando tornerà l'aprirà e scoprirà cos'è. La nostra speranza anziché diminuire si rafforza ogni giorno di più, prima o poi la rivedremo». E poi: «La nostra preghiera a Dio è che queste parole possano raggiungerti e arrivare fin dentro il tuo cuore». Sono passati altri mesi, sono sfumate altre tracce ma la speranza, in quella casa, è ferrea. E quando verrà il giorno buono e Angela si ripresenterà alla porta, troverà nella stanzetta una sorpresa per lei.

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