venerdì 27 dicembre 2013

Osservatorio sulla precarietà ed il lavoro sommerso

di Carmine Perino, Responsabile CdLM Penisola Sorrentina 
e Pasquale Cesarano, Responsabile Nidil-Cgil Penisola Sorrentina

Il Consiglio Comunale di ieri a Piano di Sorrento segna una tappa importante del cammino verso l’emancipazione del lavoro. Licenziare all’unanimità la proposta di istituzione di un Osservatorio sulla precarietà ed il lavoro sommerso, portata in aula dal consigliere del Partito Democratico, Antonio D’Aniello, significa che si prende in considerazione il fatto che esiste una piaga sociale e si tenta di costruire un’alternativa al precariato ed al lavoro nero che impoveriscono il territorio, già duramente colpito da una crisi di sistema senza precedenti. Come Nidil-Cgil Penisola Sorrentina e Camera del Lavoro Territoriale, siamo molto soddisfatti. Abbiamo lavorato duramente nel corso di questi mesi per fare in modo che tale questione entrasse nell’agenda politica locale, evidenziando come la perdita di Pil in Penisola, dovuta alla congiuntura economica internazionale, stesse determinando una riduzione di diritti e tutele nel lavoro. Siamo soddisfatti che le nostre proposte abbiano prima trovato adeguati interlocutori politici e poi adeguati interlocutori istituzionali. Avevamo chiesto di recuperare le tesi contenute all’interno del Piano del Lavoro, elaborato dalla Cgil, e di territorializzare quelle indicazioni. Il consigliere D’Aniello ha raccolto il nostro invito, insieme abbiamo elaborato una proposta, ed il Consiglio Comunale ha recepito il fatto che quelle indicazioni erano non solo meritevoli di attenzione ma andavano rilanciate. Quello di ieri, però, è un punto di partenza non un punto d’arrivo. Auspichiamo che, a stretto giro, le parti siano convocate per avviare l’attività dell’Osservatorio. Speriamo che si possa partire già a fine gennaio, per questo lavoreremo e siamo disponibili a delineare tempi e modalità dei percorsi che necessariamente insieme dovremo porre in essere. Comunque, la prima sfida da vincere è quella di fare uno screening delle attività sul territorio per capire la portata del fenomeno.
 
Garantire il corretto funzionamento di questo organo significa restituire dignità al concetto di lavoro e noi su questo non ci tireremo indietro. Bisogna entrare nell’ordine di idee che l’Osservatorio può costituire un’opportunità di rilancio per il territorio perché opererà lungo diverse matrici: dal piano culturale, alimentando la cultura della legalità, con campagne di opinione e corsi di informazione rivolti a precari e stagionali; al piano repressivo, con una intensificazione dei controlli anche attraverso protocolli di intesa e task force congiunte e coordinate tra Comune, Organi ispettivi e Forze dell'Ordine. Infine, sul piano delle politiche per il territorio, procedere con analisi costanti dei fabbisogni locali per orientare interventi di welfare locale (comprensivi di tirocini, borse lavoro e percorsi di formazione) e cogliere ogni opportunità proveniente da eventuali fondi, progetti, e/o iniziative ministeriali, regionali o europei; ancora, uno sportello unico su incentivi e agevolazioni per favorire l'emersione; l'istituzione di un marchio di qualità alle aziende che rispettano i contratti collettivi nazionali e le norme di legge; la previsione di indici di congruità relativi al rapporto quantità/qualità della prestazione e quantità di ore lavorate e numero di lavoratori, il cui rispetto dovrebbe diventare la condizione per orientare in modo mirato gli interventi ispettivi, accedere alle gare d'appalto, rilasciare (e revocare) le concessioni pubbliche, godere di eventuali sistemi di fiscalità di vantaggio.

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