giovedì 31 ottobre 2013

La scrittrice Silvia Avallone a Sorrento

di Antonino Siniscalchi

Sorrento - Domenica 27 ottobre la ventinovenne scrittrice piemontese Silvia Avallone, reduce dal travolgente successo internazionale del suo romanzo di esordio “Acciaio” di tre anni fa- oltre mezzo milione di copie vendute, numerosi premi importanti in Italia e all’estero tra cui il Campiello Opera Prima 2010 e il prestigioso Prix des lecteurs de L'Express 2011in Francia, traduzione in oltre 20 Paesi ed una bella trasposizione cinematografica- è stata a Sorrento a presentare il suo secondo romanzo, “Marina Bellezza”, edito con la Rizzoli come il precedente, inaugurando così un ciclo di incontri letterari presso la nuova sede della Libreria Tasso, con la moderazione del dottor Carlo Alfaro, appassionato animatore culturale. Grande affluenza di pubblico per l’attesissimo secondo romanzo, che però l’autrice non ama definire così( "Mi hanno fatto terrorismo psicologico sul secondo romanzo: il secondo romanzo è un falso mito, ogni volta è un esordire"). Cambiano i luoghi rispetto ad "Acciaio": mentre la storia delle due adolescenti era ambientata a Piombino, luogo di vacanza della scrittrice, questo nuovo libro è ambientato nelle valli biellesi dove la Avallone è cresciuta. La provincia c'era anche in Acciaio, ma lì Silvia Avallone ci aveva raccontato il degrado e la sofferenza della vita nei casermoni di via Stalingrado a Piombino, qui troviamo la Valle Cervo, cui la Avallone ha voluto dare l'ampiezza di respiro che si trova nei grandi romanzi americani: “Mi piaceva l'idea di raccontare la provincia come fosse un paese straniero, come fosse l'America, un luogo con sterminati spazi deserti da conquistare, con personaggi che potessero andare sulle strade alla conquista di un pezzo di mondo, un po' come cowboy. Il mio romanzo parla del ritorno in provincia in una terra che è stata abbandonata dalle generazione precedenti. Tutti sono scappati verso la città, inseguendo l'illusione del successo e della carriera. Ma ora che la città ci ha traditi, e che quando finiamo di studiare non troviamo più un motivo per restare in città.
 
Così a 28 anni sono tornata nei luoghi in cui sono nata”. I protagonisti del romanzo sono Marina, una ragazza che vuole sfondare come cantante, e Andrea, che si ribella all’ideologia borghese della famiglia, abbandona l’università e il suo impiego in biblioteca, e torna al passato della sua famiglia, a fare il margaro, allevare mucche e produrre formaggi, come suo nonno. "Marina è la vendetta incarnata", dice l'autrice, "una riserva di rancore, che dalla vita esige un risarcimento, molto bella ma anche di talento, maleducata ma determinata”. “Andrea invece è un eroe che sfida un'epoca che sta cadendo a pezzi con i suoi ideali di successo e progresso, e decide di tornare alle sue radici più profonde”. Andrea e Marina non potrebbero essere più diversi, eppure si amano intensamente, si attraggono e respingono. E il romanzo, attraverso la loro storia, diventa emblema dei nostri tempi.

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