sabato 22 giugno 2013

Recuperato un piccolo di allocco

I consigli del WWF sul rinvenimento di giovani animali 

Vico Equense - Siamo stati contattati da una cittadina che, in località Fornacelle nel comune di Vico Equense, aveva rinvenuto sulla carreggiata stradale un piccolo rapace e, credendolo abbandonato e in difficoltà, aveva pensato di portarlo a casa per accudirlo ed evitare che fosse investito da qualche auto. Si trattava di un pullus di Allocco (Strix aluco)da poco involato dal nido, ancora col piumino ma che presentava già le prime penne dal colore tipico di adulto, simili alla corteccia di un albero, che gli permettono di mimetizzarsi alla perfezione. L’allocco è il più grosso rapace notturno che ancora sopravvive in penisola sorrentina, riconoscibile per i suoi inconfondibili richiami territoriali lugubri e flautati emessi nel silenzio della notte. E’ un animale assolutamente affascinante e un derattizzatore formidabile!!! Apparentemente il giovane allocco recuperato non presentava fratture o ferite, ma per l’accertamento delle sue condizioni di salute, grazie al Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia, si è ritenuto di trasferirlo al Centro Recupero Fauna Selvatica del Frullone a Napoli per le cure più appropriate. Da una visita accurata l’animale è apparso in discreto stato di salute e, molto probabilmente, se fosse stato lasciato al suo posto i genitori avrebbero continuato ad alimentarlo e accudirlo!!! “Spesso si ignora – racconta Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina - che sottrarre un giovane animale, talvolta solo apparentemente in pericolo o abbandonato, alle cure dei genitori nella delicata fase dell’apprendimento è spesso la cosa peggiore che si possa fare in Natura, anche se il nostro istinto, in buona fede, ci porta quasi sempre a farlo!!! E’ facile, soprattutto nel periodo di primavera avanzata, di imbattersi in cuccioli di animali soprattutto nidiacei. Il fatto che il più delle volte essi rimangano immobili mentre li osserviamo, e spesso si fanno prendere con faciltà, non vuol dire assolutamente che hanno bisogno del nostro aiuto. Se stanno immobili è perchè l’unica arma di difesa efficace che hanno è quella di non farsi notare e mimetizzarsi in natura. Accade infatti che i piccoli, appena cominciano a sviluppare le prime penne sulle ali, abbandonino il nido saltando giù dagli alberi, dalle grondaie o dai muri dove era collocato il nido.
 
Fuori dalla tana il mondo è pieno di insidie ed avversità, ma è proprio questa la fase più delicata della loro sopravvivenza futura... infatti i genitori continuano ad alimentate ed accudire la prole insegnandogli come difendersi dai pericoli e procacciarsi il cibo. I pullus portati via dai genitori della loro specie e cresciuti in cattività avranno poi difficoltà a sopravvivere in natura se liberati... a meno che non gli si insegni come cavarsela sostituendosi ai suoi genitori!!! Quindi il suggerimento che diamo se ci imbattiamo in un giovane animale è di osservarlo attentamente e, se non presenta ferite, fratture o comportamenti anomali, di lasciarlo dov’è (ad eccezione dei giovani rondoni che una volta caduti non riescono a riprendere il volo, ai piccoli di pipistrello e ad altri casi) limitandoci a spostarlo dalla strada, adagiandolo in un luogo più tranquillo nei paraggi e contattando il WWF per ulteriori consigli.” Il piccolo allocco sarà ora accudito al Frullone di Napoli per tutta l’estate, in una apposita voliera protetta da cannucciati e teli idonei a garantire la “privacy” necessaria, all’interno del bosco di lecci. In tale confortevole ricovero il pullus dovrà aspettare di crescere!!! Sarà poi necessaria una complessa riabilitazione ed educazione alla predazione per essere certi che, una volta rimesso in libertà, sia in grado di cavarsela da solo. L’allocco, con un’apertura alare di 87-99 cm. e un peso variabile dai 310 ai 620 grammi. Ha capo grosso e tondeggiante, dischi facciali bruno-grigiastri. Ha occhi neri, non possiede ciuffi auricolari come il gufo, il piumaggio è bruno fulvo, macchiettato e striato. Di notte è possibile vederlo cacciare. Avvolto dal buio osserva le sue prede con i grandi occhi, localizzandole con un udito sviluppatissimo, e si muove senza fare il minimo rumore grazie alle penne sfrangiate che fendono l’aria. Frequenta boschi, parchi e giardini, nonché i pressi delle case di campagna. É di abitudini prettamente notturne e si riposa appressato a un tronco d'albero. Gli allocchi sono animali territoriali. Ogni coppia necessita di circa 20 ettari di superficie boscata per poter cacciare roditori e topolini ed allevare la nidiata. I piccoli mammiferi sono il suo pasto preferito, in particolare i topi ma non disdegna scoiattoli, ghiri, donnole, uccelli vari, anfibi e anche invertebrati. Nidifica tra febbraio e giugno in cavità naturali (principalmente alberi o nidi abbandonati) o artificiali. Depone mediamente 2-4 uova. L'incubazione dura un mese, l'involo dei pulcini avviene dopo 5 settimane dalla schiusa. Per l'autosufficienza occorrono 4 mesi. È specie particolarmente protetta ai sensi della legge 157/92 e in diminuzione, specialmente per il fenomeno del disboscamento, dell'allargamento delle città e per la scarsità di alberi ad alto fusto nei parchi e nei giardini.. Meta 20.06.2013

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