sabato 25 maggio 2013

L’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”, fondata da Don Oreste Benzi, sulle dichiarazioni del Ministro Mario Mauro in merito all’acquisto degli aerei F-35

L’amico Salvatore Buonocore della "Comunità Papa Giovanni XXIII" ci segnala questa dichiarazione:

Riteniamo assolutamente inopportuna, rispetto al momento attuale che il Paese sta vivendo, la scelta del nuovo ministro Mario Mauro, resa pubblica attraverso gli organi di stampa, di confermare in toto il progetto degli F-35, peraltro presentandoli come necessari “per fare la pace”. Negli stessi giorni in cui l’Istat pubblica dati drammatici sul progressivo impoverimento dei cittadini italiani e sulle prospettive economiche e professionali del nostro paese in particolare dei più giovani (due milioni e 250mila ragazzi fra i 15 e i 29 anni non lavorano e non studiano) riteniamo assolutamente inopportuna, rispetto al momento attuale che il Paese sta vivendo, la scelta del nuovo ministro Mario Mauro, resa pubblica attraverso gli organi di stampa, di confermare in toto il progetto degli F-35, peraltro presentandoli come necessari “per fare la pace”. Come ricorda l’economista Tito Boeri l’Italia investe oggi nella spesa militare una quota di Pil in linea con quella dei paesi europei. E’ invece rilevante che questa quota sia solo di poco inferiore alla spesa per la protezione sociale, al contrario degli altri paesi dove questa è nettamente superiore. I risultati di questa scelta sono sotto gli occhi di tutti, con famiglie che sono costrette a ridurre i propri consumi alimentari, a non riuscire a riscaldare casa, a non riuscire a fare fronte a spese impreviste. Viene continuamente sottolineato che non ci sono risorse e sono necessari tagli, eppure si conferma un programma dal costo complessivo di 15-20 miliardi di euro, praticamente privo di ricadute occupazionali ed ad unico vantaggio di poche selezionate aziende. Quali sono allora le reali priorità?
 
Ancora più intollerabili risultano le ragioni espresse dal Ministro Mauro, che parla di costruzione della pace, se guardiamo al trattamento che riceve da alcuni anni il Servizio Civile, privato di risorse e di orizzonte nonostante, giova ricordarlo, costituzionalmente concorra alla difesa della patria. Queste scelte politiche sono l’ennesimo schiaffo del nostro paese ai giovani e anche a chi, nel silenzio, senza il rombo degli aerei, costruisce la Pace ogni giorno, sui territori e nella relazione con l’altro, attraverso azioni di solidarietà, coesione, integrazione, tutela dei più fragili. Senza armi, anche a migliaia di chilometri da casa nostra, dove strumenti di guerra come gli F35 provocano lutti e povertà. Il contributo delle migliaia di giovani che di anno in anno scelgono di prendervi parte è una via concreta di costruzione della Pace e, lo abbiamo detto e ripetuto, sarebbero un investimento sul futuro di tutto il nostro paese, che metta al centro e valorizzi le sue forze più vitali. Allo stesso modo la scelta di creare i Corpi Civili di Pace e la realizzazione di interventi civili in contesti conflittuali sono impegni e necessità urgenti. Il Responsabile Generale

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