venerdì 22 febbraio 2013

Riceviamo e pubblichiamo. Perchè voto PdL

Antonio Di Martino
di Antonio Di Martino

Vico Equense - "Mai tanto poco compreso, sceglierò, nonostante tutto, di rivotare P.d.L. Sono sicuro chi mi conosce un poco troverà strano questa specie di mio “outing”, in quanto sono invece tacciato di non parlare molto delle convinzioni personali. Ma tanti amici sono perplessi e mi chiedono: come è possibile che un cittadino di estrazione democratica e cristiana, coerentemente impegnato nel servire la città da tanti anni, possa ancora fare una scelta politica che sembra contraddittoria con le sue più profonde convinzioni? La domanda è giusta e pertinente, ma la risposta non è, e non può essere, semplice e immediata, e soprattutto bisogna assumere una scala di valori in cui il presente e la “contingenza”, fatta di delusione, rabbia, impoverimento progressivo e disgusto, sono sì cose serie, ma divengono di secondo piano rispetto ad un set di valori assoluti. Una sorta di differenza tra scelta strategica e scelta tattica: in cui la scelta tattica del momento può essere apparentemente contraddittoria con l’intento profondo. E mi rivolgo soprattutto a tanti amici e giovani che per grazia di Dio ancora vengono accolti e educati dalla famiglia e dalla comunità cristiana; perpetuando così quelle generazioni di cittadini che hanno permesso, attraverso 40 anni di scelta democratica, cristiana e moderata, di far diventare l’Italia il grande e prospero paese che nonostante tutto è.

Pertanto non cedo alla tentazione della profonda delusione contingente e continuo a scegliere quella parte che, al di là degli errori e delle persone del momento (destinati ad essere inevitabilmente presto superati) fa propria la strategica battaglia politica e sociale contro la secolarizzazione selvaggia che trasforma desideri egoistici e innaturali in “diritti sociali” demolendo così la famiglia e la società basate sul millenario diritto naturale. Non baratto la mia delusione, profonda, con un voto alle forze radical socialiste che già in altri paesi come la Spagna e la Francia hanno operato e stanno operando affinché un concetto di umanità senza Dio possa essere la nuova ipotesi di società, ove la libertà dell’uomo possa diventare arbitrio sulla vita e sulla morte, arbitrio sulla naturalità della famiglia, arbitrio sulla ricchezza costituita dalla diversità naturale tra uomo e donna, arbitrio sul diritto naturale ad avere un padre e una madre. Per questo scelgo chi ha sbagliato ma è consapevole del cattivo comportamento e non chi, approfittando della confusione del momento, scientemente e strategicamente, si pone l’obbiettivo manifesto di distruggere la società naturale e il concetto di Dio intrinseco in essa. E neanche chi agevolmente baratterebbe valori assoluti, che dichiara di difendere, con qualche ministero. Infine devo dire che solo dal PdL si leva la voce per risolvere la mancata applicazione bassoliniana del condono 2003 per gli abusi di necessità, vera emergenza sociale a cui nessun altro desidera dare soluzione. Se facessi altrimenti, mi sentirei in una tremenda contraddizione e insostenibile pesantezza d’animo."

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