martedì 29 gennaio 2013

Condono edilizio 2003: negato un diritto ai cittadini della Campania

Di Nardo: «Riaprire i termini della sanatoria» 

«Il Governo deve riaprire i termini del condono edilizio 2003 negato ai cittadini della Campania. E’ stato leso un diritto nonostante due sentenze di Cassazione nessuno prende provvedimenti». A parlare è il Senatore Nello Di Nardo, impegnato in queste settimane ad incontrare i numerosi sostenitori del movimento Rivoluzione Civile, ha deciso di dare nuovamente voce all’appello lanciato dalle tante famiglie della Campania che da anni vivono il dramma dell’abbattimento della casa per la mancata applicazione del condono edilizio del 2003. «Mancano ancora poche settimane alla fine del mandato del Governo Monti – spiega Di Nardo – e ancora non è stato fatto nulla affinché venisse risolto questo problema che sta lentamente logorando migliaia di cittadini, sta distruggendo tante famiglie sia moralmente sia economicamente. Premesso che non esiste alcuna deroga al rispetto della legalità, la vicenda degli abbattimenti in Campania è una questione di diritto negato. Sbagliate scelte politiche dell’allora giunta regionale Bassolino di fatto bloccarono le procedure per il condono edilizio del 2003. Ma da allora nessuno si è assunto la responsabilità di riaprire i termini di quel condono negato ai cittadini della Campania». Nonostante le numerose iniziative che hanno coinvolto parlamentari di diverse compagini politiche, ad oggi la questione condono non è stata risolta. «Prima con il Governo Berlusconi, poi con il Governo Monti – aggiunge Di Nardo – non è stato intrapreso alcun provvedimento. Neanche è stata mai presa seriamente in considerazione l’idea di risolvere questo problema. Basta rileggere i programmi e i proclami di Berlusconi, Monti e Bersani e dei loro candidati, nessuno che abbia messo calendario anche una sola discussione sulla questione campana. Noi di Rivoluzione Civile non chiediamo un nuovo condono, ma soltanto di restituire ai cittadini della Campania un diritto negato».

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