domenica 30 dicembre 2012

Ospedale «unico», spesa di 105 milioni

Ma è caos politico a Piano fra giunta e minoranza 

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Sorrento - L’ospedale «unico» della penisola costa 105 milioni di euro. E’ il dato che emerge dallo studio di fattibilità sul progetto, andato in discussione nel corso dell’ultimo consiglio comunale a Piano di Sorrento per il voto della delibera per il programma che potrebbe condurre alla realizzazione di un centro sanitario all’avanguardia, a Sant’Agnello. Al momento gli attuali costi di gestione degli ospedali esistenti ammontano a 30 milioni, superiori a quelli relativi ad una nuova costruzione. Fra Asl e Regione Campania c’è un patto per fronteggiare le esigenze del territorio e riuscire a realizzare un’opera faraonica. I finanziamenti potrebbero arrivare in parte dalla dismissione delle strutture esistenti e anche attraverso una join venture con privati. Ma l’iter si presenta comunque complesso. «I 105 milioni di euro sono complessivi dell’arredamento e delle attrezzature per rendere il futuro ospedale unico un’eccellenza della costiera» ha spiegato l’architetto Luigi Mollo, in forza al Comune di Massa Lubrense e che ha redatto il documento.

Ma in consiglio c’è stato caos: l’opposizione non ha votato la delibera. Spiega Vincenzo Iaccarino, vicesindaco di Piano di Sorrento, delegato dai sindaci a seguire la faccenda. «I sindaci sono legittimati a occuparsi di sanità e salute pubblica e hanno inteso commissionare un progetto di fattibilità proprio per valutare la portata dell’intervento sul piano dell’impatto urbanistico, territoriale e organizzativo dei servizi sanitari locali e ciò rappresenta un ulteriore avanzamento del programma rispetto all’idea originale. Una volta preso atto della fattibilità del progetto, si procederà alla sua “progettazione finanziaria” di concerto con l’autorità sanitaria e con quella regionale, ma si tratta di due momenti diversi destinati a riunificarsi nella progettualità esecutiva dell’opera e nella scelta dell’opzione finanziaria ottimale per la sua attuazione». Replica al veleno dalla minoranza con la consigliera Iaccarino: «Va bene esprimere un indirizzo circa la volontà di individuare un polo sanitario unico in penisola, ma perché spingersi oltre le proprie competenze commissionando uno studio di fattibilità? Ho chiesto di conoscere il costo di questa operazione; uno studio di fattibilità deve pur essere pagato, ebbene il vicesindaco Iaccarino, nominato coordinatore dell’iniziativa, non mi ha fornito alcuna risposta. Siccome questo studio di fattibilità lo hanno commissionato i sindaci tramite l’Arips, va da sé che a pagarlo saranno i Comuni e con la delibera messa ai voti nei consigli si è tolto l’imbarazzo agli stessi sindaci: ora loro non sono più soli, i singoli consiglieri comunali hanno deciso di farsi “garanti” di questa loro scelta. Quello che però non mi è chiaro è per quale motivo i Comuni dovrebbero sostituirsi, anche economicamente all’Asl di competenza nel commissionare e pagare uno studio di fattibilità? Con sommo stupore dello stesso vicesindaco, che ne ha dovuto prendere atto chiedendo chiarimenti ad uno dei redattori dell’elaborato tecnico è venuto fuori che lo studio di “fattibilità tecnica ed economica” di cui avremmo dovuto prendere atto, era privo della parte economica, e quindi era solo uno studio tecnico. Il coordinatore politico del progetto si è dimenticato di leggere lo “studio di fattibilità tecnica”, ma non economica commissionato. In altri termini, si diceva come realizzare urbanisticamente la struttura ospedaliera, ma non si spiegava come farlo dal punto di vista economico: nulla su come reperire concretamente circa cento milioni di euro; nulla su un piano finanziario; nulla su come garantire la dismissione delle strutture esistenti e contemporaneamente la continuità delle prestazioni sanitarie. Entrando nel merito della vicenda abbiamo ribadito tutte le nostre perplessità relative ad un’opera che dovrebbe costare oltre 100 milioni di euro per una volumetria pari a 108mila metri cubi (contro i 18 mila attuali), in cui sono previsti espropri, deroghe agli strumenti urbanistici e chi più ne ha più ne metta. Come, quando ed in quanto tempo si farà tutto ciò?».

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