lunedì 31 dicembre 2012

Il mio augurio per il 2013? Una svolta nella politica italiana con una vera politica europeista

di Gaetano Mastellone 

Il mio augurio è che con il 2013 inizi un “nuovo inizio”. «Cambiare mentalità, cambiare comportamenti». Confesso che da qualche tempo sto provando un senso di elevato fastidio nel leggere di politica sui vari quotidiani, così come nell’ascoltare i dibattiti in TV, o meglio ancora nel leggere le tante dichiarazioni fatte dai politicanti di turno nei vari Blog. Come se tutto andasse bene, con un colpo di spugna non parlano più dei gravi problemi che abbiamo e iniziano a fare campagna elettorale. Ascolto i soliti vergognosi discorsi. I politici stanno iniziando il loro riposizionamento. Iniziano a “leccare” i loro capi e iniziano a promettere. Sono arrabbiato. «Cambiare mentalità, cambiare comportamenti». Cosa significa? Non mi piace affatto ascoltare, e leggere, solo oggi ciò che personalmente, e tanti altri liberi pensanti, diciamo da qualche anno. Oggi tutti i politici sono alla ricerca della candidatura, tutti sono alla ricerca della perduta verginità. Tutti scrivono e parlano di cosa hanno fatto nella tramontata legislatura! Ma che avete fatto! Zitti che è meglio. Io, e tanti italiani, vogliamo la verità e vogliamo i programmi. Chi caspita siete per darmi, o per darci, questo suggerimento o peggio quest’ordine? «Cambiare mentalità, cambiare comportamenti». Chi siete voi per dire una cosa del genere? Cambiate voi il modo di ragionare e di far politica visti i disastri che avete combinato. Ci avete ridotti al lastrico. Voglio iniziare questo mio intervento con l’esser chiaro. Sul quotidiano Italia Oggi c’era un intervento di Francesco Arcucci dal titolo “Non si risorge dopo aver portato il paese sul baratro”. Sono d’accordo! L’articolista, fra l’altro, scrive: …. un uomo politico che ha portato il suo paese nell'abisso, è finito, non riconquisterà mai più lo smalto, la popolarità, il rispetto, il consenso. Per Berlusconi, mutatis mutandis, è lo stesso.

Ci ha portato ad un passo dal fallimento, da una situazione cioè in cui lo stato italiano, non potendo più sostituire i vecchi debiti con la vendita di nuovi titoli, era costretto a non pagare più 16 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi ai dipendenti pubblici. Con un crollo dei consumi, degli investimenti e del PIL senza precedenti. Con una uscita ignominiosa dall'euro e il traumatico ritorno alla nuova lira che crollava sul mercato dei cambi, con la marginalizzazione dell'Italia dal punto di vista sociale, politico, economico, finanziario e addirittura culturale. Ecco le ragioni del «cupio dissolvi» di Berlusconi nel novembre 2011 allorché il capo di Stato lo sostituì con Monti. Ma dopo alcuni mesi l'astinenza dal potere lo ha riportato a desiderare di riconquistarlo. Senza rendersi conto che chi ha subito una sconfitta così bruciante non può più tornare. Ha perso lo smalto, ha perso il fascino, ha perso il carisma, ha perso il quid e così Berlusconi si appresta a seguire la parabola dell'ultimo periodo di Mussolini fino alla sua completa, totale defenestrazione e la sua scomparsa dall'arena politica. Berlusconi oggi, sul piano psicologico, assomiglia tremendamente al Mussolini della Repubblica di Salò. Chiarito con le parole di questo giornalista, che condivido, la mia posizione, peraltro ben nota sin dal 19/12/2009 quando, sbattendo la porta, lasciai il Pdl che già allora era una “cosa incolore”. Basta, siate seri e pensate ai Cittadini, avete fatto gravi danni. Avete ridotto la soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, a 1.011,03 euro. Voglio, come lo vogliono tanti milioni di italiani, che questa cruenta crisi finanziaria e economica, originata negli Usa, dopo averci completamente avvolto a noi europei sia di monito per costruire realmente un’Europa unita. Un’Europa con regole politiche, fiscali e bancarie comuni. Non è più possibile che un’azienda italiana paghi il denaro 5-6 punti in più di una tedesca; quando riesce a d aver credito! Questi ultimi anni ci hanno lasciato alle spalle milioni di disoccupati e famiglie al lastrico, hanno esercitato nuove pressioni sulla nostra coesione sociale, hanno rilevato alcune verità fondamentali sulle difficoltà che l’economia europea deve affrontare. Bisogna ripartire dal lavoro, dai giovani e dalle regole. Dobbiamo capire che il nostro futuro dipende esclusivamente dalla risposta europea che riusciremo a dare. E’ giunto il momento della buona politica, della politica seria. E’ giunto il momento di uno Stato forte, concreto con una visione prospettica. E’ il momento della serietà, delle regole e quello di essere audaci e ambiziosi. E’ il momento di combattere le mafie, gli evasori e i corruttori. Da ultimo, ma non ultimo, affermo fortemente che è giunto il momento di abbattere drasticamente i costi della politica, partendo dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari. In Italia ne abbiamo mille, in Usa sono poco più di cinquecento! E’ il momento di ripartire ridando ossigeno agli italiani, all’industria e al commercio. La crisi è stata, e lo è ancora, un forte campanello d’allarme. Gli italiani l’hanno ben capito. Dobbiamo capire che i sacrifici fatti, in particolare nel 2012, sacrifici giusti ma criticabili in quanto non equi, ci dovranno portare alla consapevolezza che non possiamo più mantenere lo status quo e perdurando questo nostro atteggiamento andremo verso un graduale declino. Sono ben consapevole che sarà ancora molto dura per qualche tempo, sicuramente per tutto il 2013, ma ce la dobbiamo fare in quanto non abbiamo altra scelta. O cambiamo atteggiamento e regole, o si muore. Come per tutti gli anni a fine d’anno è il momento delle previsioni finanziarie. Un compito difficile. Il 2012 è stato l’anno dello spread, della nuova esplosione di luglio dei debiti sovrani e delle tasse. Il 2013 parte già duro con il grave problema Usa del fiscal cliff. Se entro questa sera, 31/12/2012, non ci sarà l’accordo i mercati reagiranno male e si può aprire un evento finanziario a catena, una sorta di domino. Speriamo in bene. L’Europa invece deve fare attenzione a rispettare i suoi progetti e programmi. Rammento che nell’anno 2010 la Commissione europea si era posta una serie di obiettivi da conseguire entro il 2020 con il “Piano Europa 2020” (link da leggere: http://ec.europa.eu/resource-efficient-europe/index_it.htm). Son passati due anni, ne mancano otto, e poco è stato fatto! Bisogna dare concretezza a quanto stabilito in quel documento, o modificarlo in meglio. Bisogna attuare anche un piano parallelo che sia condiviso da tutte le nazioni europee. La Germania lo deve ben capire, deve cambiare il suo autoritario atteggiamento in quanto presto potrebbe toccare anche a lei! Invito la classe politica a non fare la fine che hanno fatto fare, con la loro mancanza di coerenza, del “Trattato di Lisbona 2000”. E’ opportuno ricordare che 10 anni fa, nel 2000, il Consiglio europeo aveva deciso di fare dell’Europa l’economia più dinamica del mondo. L’obiettivo era molto ambizioso. Come è evidente a tutti, la cosiddetta Strategia di Lisbona è fallita. Non facciamo fallire anche quella del Piano 2020. Per questi motivi, e altro, auspico che in Italia ci sia il prossimo 24/25 febbraio - nei giorni del voto - un forte consenso di coloro i quali vogliono l’Europa. Osservando “le maggiori teste candidate premier” (Berlusconi – Monti – Bersani) la persona che può fare il leader, anche perché riconosciuto anche da i nostri partner europei, lo abbiamo. Allora, senza indugi, diamogli credito. Ovviamente parlo del prof. Mario Monti, anche se lui è assai criticabile per come ha tassato gli italiani nel 2012. Ma lo doveva fare, era costretto a farlo. Il Monti bis, se ci sarà dovrà essere diverso. Abbiamo avuta tanta fiducia nel passato, concediamo un po’ di credito anche a Monti; vediamo il Monti “politico” che stoffa avrà. Non abbiamo scelta, anche perché c’è poco da scegliere. Noi intanto non lasciamoci incantare dalle apparizioni TV dei “predicatori” dell’IMU! Ho recentemente letto che hanno definito Monti un bluff. Mi pare certamente una dichiarazione di posizione partitica o di campagna elettorale. Un’affermazione molto “leggera” che non corrisponde alla vera caratura dell’uomo Monti. Prima di far critiche ognuno si deve passare la propria mano sulla coscienza. Signori della politica vi prego, pensate ai Cittadini, non solo alle vostre comode poltrone. Oggi siamo nel mezzo di un fiume che scorre velocemente, con tante correnti di pensiero. C’è chi predica in positivo e chi, nel leggere i loro interventi, ci fa tremare le gambe! I grandi pensieri e le visioni dei migliori economisti mondiali non sono affatto positive, ecco perché occorre perseguire la strada del fare e del cambiare. Oggi i disavanzi di bilancio degli Stati sono già troppo grandi e i governi sono prossimi a essere insolventi. Il problema è che oggi siamo anche a corto di conigli da tirare fuori dal cappello. Alla politica e ai politici bisogna far capire che non salveranno il posto al sole che si illudono ancora di avere, ma che in realtà hanno già perso da tempo. Non manterranno a lungo il consenso dei cittadini vendendo loro promesse che a livello nazionale non possono diventare realtà. Il processo di globalizzazione li travolgerà come travolgerà la ridicola pretesa di grandeur che ancora taluni cercano di interpretare con le solite sceneggiate sulle TV e sui Quotidiani di proprietà. I politici sono anche vogliosi di gloria futura. Allora concludo dicendo loro che se vogliono finire sui libri di storia, hanno una possibilità per farlo: avviare la creazione della Federazione Europea. Solo così passerete dalla parte dei vincitori di questo periodo storico. Altrimenti, mi spiace per voi, resterete confinati tra i “vinti” di verghiana memoria. Ricordate che la politica è servizio per i Cittadini, null’altro. Buon anno 2013 a tutti gli Italiani veri.

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