lunedì 11 giugno 2012

Ticket di 5 € per accedere al porto di Sorrento: già 100mila euro di multe. Scontro Comune - Tasso

di Salvatore Dare da Metropolis Web

Sorrento - La “guerra” fra il Comune di Sorrento e la cooperativa Tasso continua. Incessante, serrata, a colpi di carte bollate e appelli alla giustizia. C’è un’altra puntata. Che segue la sospensiva del Tar di Napoli sull’ordinanza che prevede il pagamento di 5 euro per l’approdo al porto, presidiato continuamente dai vigili urbani. Un provvedimento mal digerito dalla coop che, oltre ad adire le vie legali, ha subìto una raffica di verbali per il mancato rispetto della tariffa. Oltre 100mila euro di multe per la violazione dell’ordinanza. La novità delle ultime ore è clamorosa, che se dovesse essere confermata prosciugherebbe le casse comunali mettendo a soqquadro il bilancio dell’ente. La cooperativa, che si occupa del trasferimento dei turisti al porto di Marina Piccola, vuole 14 milioni di euro. La richiesta di maxi-risarcimento avanzata verso il Comune dovrà essere discussa dinanzi ad un collegio arbitrale così come previsto dal contratto d’appalto stipulato fra le parti nel 2004. Documento firmato tra l’amministrazione e l’associazione temporanea d’imprese (Ati) composta dalla coop e dalla Ctp per il trasporto dei turisti e l’utilizzo di una parte del parcheggio del porto. La società sorrentina, capofila dell’Ati, è determinata ad andare fino in fondo. Esige il risarcimento perché, dal 2004 fino allo scorso maggio, in virtù di un contratto ufficiale, ha svolto a suo parere un servizio sprovvisto delle autorizzazioni di Regione e Provincia.


Circostanza che la coop più volte ha ribadito negli anni e mai presa in considerazione dal Comune. 14 milioni di euro. Una cifra astronomica che salta fuori dalla somma dei canoni annui corrisposti dalla cooperativa nei confronti del Comune, l’acquisto di mezzi “non dovuto” e le spese sostenute per personale e forniture. Tutto parte nel 2003 quando il Comune pubblica un bando per il servizio di trasporto pubblico di linea riservato ai turisti. Prima della gara la coop impugna tutto innanzi al Tar per l’assenza dell’autorizzazione regionale e provinciale. Il tribunale respinge il ricorso ma conferma le perplessità della società dicendo chiaro e tondo che i pareri dovevano essere raccolti “prima dell’affidamento del servizio”. Permessi che però non vengono acquisiti. La gara si svolge e viene vinta dalla cooperativa Tasso. Quindi l’affidamento per un canone annuo di 131mila euro e le rassicurazioni del Comune che in una nota spiega perché non ha richiesto i pareri a Regione e Provincia. “Il servizio non beneficia di contributi statali, regionali e provinciali”. L’amministrazione però invita l’Ati all’utilizzo di 20 mezzi elettrici e di divise di riconoscimento per il personale pena l’applicazione di penali pari a 200 e 25 euro per ogni giorno di ritardo. Qui il Comune riscontra il mancato rispetto delle condizioni ed incassa la fideiussione messa a garanzia dalla società che annuncia l’azione arbitrale, poi rinuncia e paga 270mila euro. A marzo 2010 c’è il rinnovo del contratto con un aumento del canone che passa a 148mila euro. Un anno e mezzo dopo l’amministrazione comunica all’Ati la risoluzione dell’accordo a far data dallo scorso 9 maggio, in concomitanza con l’entrata in vigore del ticket. Nel frattempo la coop interessa la Provincia della vicenda che denuncia l’incompetenza del Comune di Sorrento sul servizio: “Come è stato possibile immettere in servizio autobus di linea in assenza di autorizzazione provinciale?”. C’è dell’altro. La Provincia non riconosce l’intesa fra il Comune e l’Ati, ma dà rilevanza soltanto al contratto ponte stipulato fra la coop Tasso e la Regione. Lo scorso marzo la società preannuncia la richiesta di risarcimento danni, rigettata dal Comune che richiede il pagamento dei canoni 2010 e 2011, incassando di nuovo le fideiussioni a base del contratto. Quindi la sorpresa. La richiesta di risarcimento danni di 14 milioni di euro, legata pure alla presunta “illegittimità dei canoni versati” per un servizio reputato irregolare.

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