lunedì 4 giugno 2012

Pd su inquinamento del mare

di Stefania Astarita

Penisola sorrentina - La stagione balneare è alle porte e con essa è tornato, purtroppo puntuale come sempre più spesso negli ultimi anni, l’incubo inquinamento in Penisola Sorrentina. I recenti divieti di balneazione hanno provocato allarme nella popolazione, riportando alla ribalta una tema centrale e strategico per il nostro territorio, come la tutela del mare, indispensabile innanzitutto per garantire la salute dei cittadini e poi per sostenere il turismo e l’immagine stessa della Penisola Sorrentina. Il Coordinamento PD locale ha promosso a febbraio un’iniziativa su questo importante tema, che è diventato oggetto di diverse iniziative parlamentari. L’ultima è del 30 maggio, ed è un’interrogazione presentata dai senatori PD al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sul tema del disinquinamento e della bonifica del golfo di Napoli. Nel testo si denunciano, tra l‘altro, il grave ritardo della Campania in tema di riforma di riorganizzazione dei servizi idrici; il fatto che la Regione non disponga ancora di un Piano di Tutela delle Acque (PTA) “di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, strumento precipuo di tutela qualitativa e quantitativa dei sistemi idrici“; l‘insufficiente l’attività di controllo e repressione degli scarichi abusivi. Grande attenzione anche al nostro territorio, con la denuncia della sospensione dei lavori al depuratore di Punta Gradelle (Vico Equense) e al collettore di Gragnano, che contribuisce a “ compromettere la sicurezza e la salute ambientale di larga parte della Penisola Sorrentina e della costa di Castellammare di Stabia”. Il gruppo PD chiede quindi al Governo “quali azioni di stimolo e di leale collaborazione istituzionale intenda avviare nei confronti della Regione Campania e degli altri enti locali per superare i drammatici ritardi che si stanno manifestando in tema di disinquinamento e bonifica del golfo di Napoli, che rischiano non solo di produrre danni economici e ambientali, ma anche di compromettere ulteriormente la credibilità dell'Italia sul piano europeo e internazionale“ e se non ritenga di “dover adottare le misure necessarie a sottoporre gli interventi programmati o in corso di programmazione ad una preventiva verifica, da effettuarsi con le più opportune modalità e nelle sedi competenti, al fine di assicurare la coerenza degli stessi con gli obiettivi fissati dalle direttive di riferimento ed in particolare dalla Water Framework Directive (direttiva 2000/60/CE) che fissa al 2015 il conseguimento di un stato buono della qualità dei corsi d'acqua”.

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