venerdì 8 giugno 2012

Marineria e cantieristica antiche arti della Costiera

Piano di Sorrento - Per il IV˚ ciclo di conferenze Una terra tra cielo e mare sarà presentato sabato 8 giugno alle ore19 presso il Centro comunale culturale di Via delle rose a Piano di Sorrento, il testo La marineria della penisola sorrentina, e la cantieristica in legno dalla Marina D’Aequa alla Marina Grande (pagg. 136, illustrate a colori; Con-fine). Interverranno gli autori Massimo Maresca e Biagio Passaro dell’associazione studi, ricerche e documentazione sulla marineria sorrentina. Nella Descrizione geografica e politica delle Sicilie (1786) si scriveva che la marineria mercantile del Regno era concentrata in gran parte a Napoli, Procida, Ischia, Torre del Greco, Castellammare, Sorrento, Vico Equense, Positano, Conca e Vietri. Nel Settecento, infatti, sull’onda della generale ripresa degli scambi nel Mediterraneo, gli abitanti delle zone costiere del napoletano ebbero un ruolo sempre maggiore nell’approvvigionamento della capitale e s’inserirono saldamente sulle rotte che collegavano l’Adriatico e lo Ionio al Tirreno. L’aumento della domanda aveva permesso loro di specializzarsi nel trasporto dei prodotti agricoli dal Sud Italia e dal Levante verso i porti di collegamento dell’Europa occidentale, soprattutto quello di Marsiglia. In tal modo erano riusciti a fare concorrenza alle più affermate marinerie europee e a spaziare in tutti i porti del Mediterraneo, non disdegnando – quando le tradizionali potenze marittime erano impegnate in guerra – di uscire da Gibilterra per cercare di inserirsi nei lucrosi traffici con il Nord Europa e le Antille. Lungo il corso del XVIII secolo, gli esponenti più in vista della borghesia dei centri marittimi situati nella costiera sorrentina - Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento e Sant’Agnello – avevano conseguito innegabili successi nella navigazione commerciale,grazie alle solide e capaci imbarcazioni costruite nei cantieri di Marina d’Equa, Marina di Alimuri e Marina di Cassano. Il futuro e la qualit à di questa marineria furono assicurati da due iniziative del governo borbonico, una scuola nautica e il cantiere navale militare a Castellammare. (Fonte: Vincenzo Aiello da il Mattino)

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