venerdì 1 giugno 2012

La senatrice Pdl Diana de Feo ed altri 39 senatori chiedono la re-istituzione della Soprintendenza autonoma di Pompei

La senatrice Pdl Diana de Feo, dopo 18 interrogazioni al Governo sul caso Pompei, ha raccolto il sostegno e l’appoggio di 39 senatori, di tutti gli schieramenti, ad una sua interpellanza urgente presentata mercoledì all’Esecutivo, anche in relazione alle recenti notizie sui gravi disagi che la mala gestione degli impianti fognari provoca da una settimana ai circa 20mila visitatori che quotidianamente affollano il sito archeologico più importante del mondo. Nella sua interpellanza la Senatrice de Feo chiede al Governo di procedere alla re-istituzione della Soprintendenza autonoma di Pompei con propri assetti e di risolvere le cause dei problemi da tempo segnalati procedendo alla rimozione dei soggetti che ne siano responsabili. Per l’esponente del Pdl «sono evidenti le responsabilità amministrative della Soprintendenza in oggetto e la necessità di considerare una revisione dell'attuale assetto delle strutture che fanno capo al Ministero per i beni e le attività culturali, in particolare procedendo alla re-istituzione della Soprintendenza autonoma per i beni archeologici di Pompei, separando la stessa dalla Soprintendenza museale di Napoli e Campi Flegrei». La Senatrice Diana de Feo nella sua interpellanza denuncia che “la gestione della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei per quanto attiene alla tutela e alla conservazione di Pompei, si è rivelata fallimentare, sia dal punto di vista archeologico che dal punto di vista della tutela e della salute dei lavoratori e dei visitatori”. Per l’esponente Pdl, infatti, “i siti archeologici di Pompei, di particolare interesse culturale ed economico, sono, allo stato, praticamente abbandonati, nonostante i cospicui fondi di cassa che ammontano alla cifra astronomica di circa 60 milioni di euro ed i restanti 105 milioni stanziati dall’Unione europea per il loro recupero e rilancio; perfino autorevoli quotidiani stranieri, (vedi Le monde del 19 maggio 2012) criticano aspramente lo stato di incuria in cui versano gli scavi”.

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