sabato 16 giugno 2012

Il paesaggio Donato e de Cunzo immagini poetiche su natura e memoria

La mostra "Il paesaggio degli dei e il lavoro degli uomini", a cura dell' architetto Nicoletta Ricciardelli, con fotografie di Fabio Donato e Libero de Cunzo, accompagna il convegno scientifico che si svolgerà oggi dalle 10 e domani nel Convento della Santissima Trinità di Vico Equense sul "Paesaggio rurale contemporaneo". Si tratta di un commento poetico che indaga il rapporto con il paesaggio, la sua storia e la memoria. Tocca ai due artisti procedere verso una riappropriazione feconda della storia e del paesaggio dell' uomo, utilizzando uno sguardo capace di evocare un sistema di incantesimi percettivie concettuali. Non più «specchio del vero», supporto o elemento di documentazione, ma neanche aggiunta o arricchimento creativo, la fotografia oggi sfida le modalità della percezione, stabilendo nuovi livelli di interpretazione teorica della realtà. Se, infatti, il bel paesaggio appartiene agli dei, esso è anche la più significativa creazione dell' uomo. Nella sua storia l' uomo ha dovuto coniugare le esigenze della bellezza con le necessità della sopravvivenza. La mostra si interroga su questi rapporti, utilizzando il dispositivo fotografico e attivando connessioni di immagini ed elaborazioni tecnologiche in grado di generare un' intera rete di interazioni. Fabio Donato adopera lo statuto creativo dell' immagine che riflette su di sé nel momento in cui si dispiega. Usa le caratteristiche dell' installazione, per privilegiare una dimensione concettuale rispetto alle informazioni; per cui le verdi immagini di boschi e prati, foglie e filari, alberi e cielo, stampate in grandi dimensioni come figurazioni in trompe-l' oeile dalle quali è assente la figura umana e i suoi manufatti, sembra si possano attraversare e vivere, odorare e toccare. Con lui la fotografia torna a essere un dispositivo sperimentale come i vecchi ' Diorami' o le ' Lanterne magiche' , riportando alla base la problematica su cosa sia la rappresentazione dell' immagine e come si definisca. Poiché rappresentare la realtà è divenuta un' invenzione e un reinventarsi, che ha il suo punto di forza nella disponibilità a farsi catturare dalla trasversalità di tutte le forme mediali. Libero De Cunzo sceglie, invece, di assumere la connessione tra immagine, comunicazione e memoria per cogliere i fenomeni e gli eventi nella loro complessità, ambiguità, irresolutezza; propone storie, mostra il lavoro degli uomini, la loro determinazione nell' armonizzare bisogni e natura; non coglie solo l' aspetto esteriore del paesaggio, ma la sua essenza nel tempo, il modificarsi degli edifici, il volgere delle stagioni, il lavoro agricolo, l' allevamento animale, le tradizioni contadine, le architetture funzionali e le antiche rovine. (Fonte: Mario Franco da La Repubblica Napoli)

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