venerdì 28 ottobre 2011

Telefonia mobile, meglio se c’è campo?

Vico Equense – A Massaquano il cellulare non prende. Per fare una telefonata o navigare su internet con la chiavetta bisogna spostarsi nella frazione di Sant’Andrea. Eppure l’evoluzione delle comunicazioni è indispensabile, ovviamente nel rispetto della normativa nazionale che disciplina il settore (tra tutte "il codice delle comunicazioni elettroniche", d. lgs 259/2003) che considera la rete di telefonia mobile come un servizio al cittadino. Gli enti gestori, seguendo un normale piano di sviluppo, per la copertura del territorio, decidono di installare nuove antenne nei luoghi dove la copertura del segnale è molto scarsa, o totalmente assente. A seguito dei sopralluoghi hanno individuato nei pressi del campo sportivo un sito idoneo per un ripetitore. Come risaputo il Comune non ha poteri di programmare sul territorio queste installazioni e soprattutto non è abilitato a decidere quali zone debbano ospitare impianti. Data la regolamentazione in materia, un ripetitore rispetta senz’altro i limiti di distanza da luoghi abitati e l’intensità del campo deve essere per legge al di sotto di una data soglia. Infatti, le leggi europee e nazionali adottano il principio di precauzione, che disciplina l’emissione di onde elettromagnetiche. La Soprintendenza lo scorso 22 settembre, ha scritto alla Wind e per conoscenza al Comune di Vico Equense comunicando che “non ritiene autorizzabile il progetto perché il nuovo palo poligonale risulta di eccessivo impatto in quanto le dimensioni della sezione, sia della base sia della parte sommitale, risultano maggiorate.” Essendo stato bocciato il problema del ripetitore, almeno per il momento, non si pone. Ci sono però alcuni aspetti che non sono mai esaminati. Anche il cellulare ha un’antenna, il cui segnale deve arrivare al ripetitore come quello del ripetitore deve raggiungere il cellulare; pertanto l’intensità dei due campi (del ripetitore e del cellulare) possono considerarsi equivalenti. La differenza è che il cellulare ce lo portiamo sempre a presso, e nei momenti in cui non prende, quindi cerca il segnale, la sua antenna genera un campo la cui intensità è superiore al limite fissato per legge, a una distanza minima. Dunque - non sono un esperto se non altro ne ho coscienza - si potrebbe definire più pericoloso un cellulare che non prende, che un ripetitore a molti metri di distanza. Oppure no?

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