mercoledì 26 ottobre 2011

Da Castellammare riparte l’impegno dei cattolici in politica

Vico Equense - Si terrà domani sera alle 18.30 al Supercinema di Castellammare l’incontro dibattito su “Fede e politica. Dalla crisi alla speranza”. Ad organizzarlo “Cattolici in Movimento, associazione che in modo sempre più capillare interloquisce con i territori e raccoglie le speranza, le richieste, i malumori dei fedeli. Presenti al convegno molti rappresentanti del mondo accademico, religioso, associativo e politico istituzionale. Tra questi, il presidente per Napoli del movimento “Scienza e Vita” Antonio Palma, l’assistente ecclesiale del “Movimento cristiano lavoratori”, monsignor Francesco Rosso, il presidente nazionale dei “Cattolici in Movimento”, Luigi Cerciello, e la coordinatrice per Napoli e provincia, Flora Beneduce. La manifestazione, moderata dal redattore de “Il Denaro”, Ettore Mautone, sarà inaugurata dall’intervento del sindaco Luigi Bobbio. Le conclusioni, invece, saranno affidate a agli interventi degli onorevoli Silvano Moffa (presidente deputati gruppo Popolo e Territorio), Luisa Bossa (membro della commissione Affari sociali della Camera) e Giuseppe De Mita (vice presidente Giunta regionale Campania). “Il tema di questo incontro è quanto mai attuale dopo il meeting di Todi – dice Flora Beneduce -. I Cattolici hanno dimostrato di non voler rimanere nell’angolo a guardare una società malata che si consuma sotto lo sfregamento del relativismo, dell’individualismo autolesionista, della chiusura al prossimo. Bisogna recuperare la dimensione della solidarietà, della condivisione, dell’impegno per la realizzazione del bene comune. È necessario ritornare a sentirsi membra di un corpo e lavorare per crescere insieme. Crediamo che la Chiesa non abbia mai smesso di operare secondo l’insegnamento di Gesù, con amore. È in questo sostantivo che si condensa l’essenza di ogni vita. È con amore e per amare che siamo stati creati. Ne siamo convinti e siamo altrettanto convinti di dover testimoniare la necessità di trattare il nostro prossimo come fratello. Ecco che, in questa ottica, cambia la concezione della società, che non è più gruppo amorfo, ma è collettività che si determina nel vincolo della solidarietà, dell’aiuto reciproco, dell’amore. Noi cattolici abbiamo il dovere di intervenire nella vita civile. Siamo portatori di valori che non sono solo dottrinali, ma sono universali. Mi auguro che questa occasione sia una pietra, una prima pietra per la costruzione della nostra attiva partecipazione alla vita pubblica”.

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