giovedì 23 giugno 2011

Flora Beneduce, “rottamatrice” del partito

“Regione e PdL, troppe incertezze”

La chiamano la “rottamatrice del PdL” e una ragione c’è.: Flora Beneduce, prima dei non eletti alla Regione nelle fila dei berlusconiani è diventata la pasionaria degli scontenti del partito, quelli che in Campania hanno iniziato a fare una dura opposizione interna. La questione munnezza è una delle occasioni di scontro con Caldoro. Rifiuti, cosa è sbagliato? I napoletani oggi non solo vivono il disagio di una situazione insostenibile ma si sentono anche vittime di una colossale beffa. È vero, il consiglio regionale ha ereditato dalla sinistra bassoliniana una situazione catastrofica. Ma a destra non si ha il coraggio di fare scelte necessarie per risolvere il problema. Caldoro è troppo attendista e c’è bisogno di decisioni forti. Si premia chi sbaglia e si punisce chi si sacrifica: i cittadini della Penisola sorrentina hanno raggiunto cifre di differenziata altissime, ma Cesaro gli ha aumentato la Tarsu. All’ultimo convegno dei Club della Libertà è stata molto dura con il Pdl, perché? Io credo che il partito si stia allontanando dalla gente e dalle sue esigenze. Chi ha votato per il Popolo della Libertà ha ricevuto in cambio atteggiamenti pubblici, ma anche privati, non solo infastidiscono, ma addirittura tradiscono chi ci ha affidato il progetto del suo futuro. Perché dice che in Campania il partito non esiste? Non ho detto che non esiste. Penso solo che stia facendo delle scelte sbagliate, che non stia spingendo adeguatamente sul governatore Stefano Caldoro per far ripartire la macchina amministrativa. Tutto è bloccato e i cittadini sentono le istituzioni lontane. Una sua impressione o esiste un malcontento della base? Il malcontento c’è. Molte famiglie riescono a stento a sbarcare il lunario, mentre i media incessantemente ricordano i bunga bunga e gli scandali giudiziari del nostro Presidente. Io ritengo che Berlusconi sia ancora una risorsa ma dovrebbe liberarsi anche in Campania del fardello di tante componenti che lo macchiano. Dovrebbe affidarsi a giovani, donne e uomini per bene. Occorre una svolta. L’annunciato rimpasto alla Regione può essere un’occasione? Sicuramente. Anche a livello regionale il PdL dovrebbe reinventarsi, attingendo nuove risorse dalla società civile e dando spazio a chi merita, non a chi è stato cooptato dall’alto. Chi è in giunta, rinunci al ruolo di consigliere. Era un patto che Caldoro aveva stretto con la gente e è stato disatteso. E le quote rosa? Se in giunta o in Consiglio ci veline o donne che ricevono l’incarico perché legate agli uomini di potere, sono un danno. Le compagne e le mogli dei politici non devono sottrarre spazio a professioniste serie. Non è giusto che chi ha ottenuto vasti consensi sia messa in un angolo per lasciare spazio a donne note per passaggi in televisione, scandali o per rapporti con politici che le manovrano. È un’offesa ad ogni donna. (Fonte: Vi. Es. da il Corriere del Mezzogiorno)

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