giovedì 24 marzo 2011

Tensione in Consiglio, guerra di ricorsi

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da il Mattino

Sant’Agnello - In Consiglio comunale è ormai guerra a colpi di ricorsi e denunce. Oggetto del contendere è ancora la nomina del nuovo presidente che, nella seduta di martedì sera, la maggioranza ha deciso di rinviare. La causa è presto detta: poche ore prima dell’inizio dei lavori, al Comune è stato notificato il ricorso al Tar presentato da Gianni Salvati. L’ex presidente del Consiglio comunale, infatti, ha deciso di rivolgersi ai giudici di piazza Municipio per ottenere l’annullamento della delibera con la quale la maggioranza, a fine gennaio, ha deciso di sfiduciarlo. Contestualmente, Salvati ha chiesto anche l’annullamento della mozione di sfiducia e di tutti gli altri atti preordinati e consequenziali rispetto alla delibera. «In base allo statuto comunale - spiega Salvati - il nuovo presidente del Consiglio deve essere nominato nella stessa seduta durante la quale viene approvata la sfiducia. Nel nostro caso, così non è avvenuto: un elemento che i giudici non potranno ignorare». Inoltre, nel caso in cui il Tar dovesse accogliere il ricorso, Salvati ha già annunciato che si rivolgerà al Tribunale per ottenere il risarcimento del danno. Che, in caso di sentenza favorevole, dovrà essere pagato dai nove consiglieri promotori della mozione di sfiducia. La maggioranza ha così deciso di rinviare la nomina del successore di Salvati alla prossima seduta, per studiare le opportune contromisure.



Grande soddisfazione per Gianni Salvati, secondo il quale «il rinvio disposto dal Consiglio comunale è un primo successo politico: la maggioranza, pur avendo i numeri per nominare il nuovo presidente, è stata costretta a desistere». Ma ad animare il dibattito ci ha pensato anche il caso Giuseppe Coppola. Secondo l’opposizione, la carica di assessore ricoperta da quest’ultimo sarebbe incompatibile col suo ruolo di presidente della Seteap. Di qui un’apposita interrogazione e la richiesta di dimissioni, che tuttavia non hanno avuto seguito. Al momento della votazione, infatti, i sei consiglieri di minoranza hanno deciso di abbandonare l’aula, facendo venir meno il numero legale. Risultato: seduta sciolta e tutti a casa. E tanto è bastato perché l’opposizione parlasse di «indiscutibile successo politico». A stretto giro è arrivata la risposta del sindaco Gian Michele Orlando: «La mancanza del numero legale non ha alcun significato politico, visto che le assenze di tre esponenti della maggioranza erano ampiamente previste e giustificate - spiega il primo cittadino - Il consigliere Attilio Massa è stato costretto ad allontanarsi per ragioni di lavoro, mentre l’assessore Giuseppe Coppola (1971) era assente per problemi familiari. L’assessore Pasquale Esposito è fuori sede già da diversi giorni. Strumentalizzare le assenze degli esponenti della maggioranza è decisamente fuori luogo». Ma non finisce qui. Gian Michele Orlando non esita a stigmatizzare il comportamento dei consiglieri di minoranza, bollandolo come «rispondente a logiche ben lontane da quelle che dovrebbero animare un’opposizione matura e costruttiva». E il primo cittadino attacca: «È vergognoso che la minoranza chieda la convocazione del Consiglio comunale per discutere di certe questioni, al solo scopo di alimentare sterili polemiche e senza interessarsi minimamente dei veri problemi del paese: certi atteggiamenti irresponsabili sono inaccettabili».

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