lunedì 21 marzo 2011

Il recupero della pietra lavica per il nuovo sagrato

Vico Equense - Continuano i lavori per la ristrutturazione dell’area prospiciente alla chiesa patronale di Vico Equense. La superficie sarà ricoperta interamente da pietre vesuviane, meglio conosciute come: “basole”. L’opera, il cui progetto è stato realizzato dal Servizio LL.PP. del Comune di Vico Equense, è resa possibile dal recupero del materiale derivante dai molteplici interventi attuati sulla via Raffaele Bosco. Le pietre vesuviane opportunamente recuperate, sono state conteggiate, stoccate e riutilizzate, eludendo i costi d'acquisto, ma soprattutto garantendo un intervento d’integrazione architettonica che migliorerà l’aspetto e la fruibilità dell’intero piazzale della chiesa dei SS. Ciro e Giovanni mantenendo inalterata l'antichità e la bellezza dei luoghi. Un primo lotto di 650 mq, di fronte all’ingresso principale, è già funzionale dal 31 gennaio scorso, ultimato e aperto in occasione della festività patronale. Per la seconda parte, che continua dal portone principale all’ingresso orientale della chiesa, il termine dei lavori è previsto per Aprile. Le pietre usate in quest’ultimo intervento, che saranno sistemate nell’area est dell’edificio, sono state donate al Comune di Vico Equense dal dottor Guglielmo Iovane, che le ha recuperate durante la ristrutturazione di una sua proprietà. Altri 600 mq di materiale della stessa qualità delle pietre vesuviane utilizzate per il lato nord del sagrato, sono stati recuperati dal territorio cittadino. “Il progetto è stato eseguito con la tecnica in house con l’utilizzo, cioè, delle risorse interne del Comune - spiega il Sindaco Gennaro Cinque - fondamentale è stata l’intesa con la Sovrintendenza che ha condiviso ogni parte del progetto” sottolinea, ancora, il primo cittadino. L'esecuzione dei lavori è affidata al Servizio sul Territorio del Comune di Vico Equense che fa capo all'Ing. Paolo Guadagno. Dopo l’ultimazione della posa delle pietre vesuviane, i due sagrati saranno valorizzati altresì da una nuova illuminazione pubblica con pali artistici a lanterna, che saranno in seguito collocati anche nel centro cittadino. È prevista, inoltre, la demolizione della struttura posta tra la base del campanile e l’ingresso secondario della chiesa patronale, che ha ospitato per anni il presepe natalizio, ma che non fa parte dell’originale profilo architettonico dell’edificio. (Fonte: Ufficio Stampa Città di Vico Equense)

5 commenti:

franco cuomo ha detto...

Qualcuno avrebbe dovuto spiegare al Sindaco e soprattutto alla Soprintendenza che il basolato in pietra lavica non andava sistemato come è stato fatto, ma a cardamone e senza cemento interstiziale. Evidentemente il Servizio sul Territorio del Comune di Vico Equense che fa capo all'Ing. Paolo Guadagno con la tecnica in house con l’utilizzo, cioè, delle risorse interne del Comune, non ha avuto il tempo di documentarsi bene.La grande gradinata non mi sembra che ci sia mai stata. Quando non c'era ancora il braccio sinistro della chiesa dei SS. Ciro e Giovanni, quello spazio che è stato rimosso esisteva da quando fu fatta la strada attuale, ovvero da quando, abbattendo un muro che conteneva il vecchio casale e la chiesa, quest'ulima si affacciò sul corso Umberto stiamo parlando della fine dell''800 e degli inizi del '900. Ci sono documenti fotografici inoppugnabili. Evidentemente si è voluta fare questa scala maestosa per ricordare alle future generazioni gli "illuminati" innovatori, politici e religiosi, che ha avuto il paese. Apprendo invece con soddisfazione, della rimozione del corpo di fabbrica tra la base del campanile e l’ingresso secondario della Chiesa patronale, che ha ospitato per anni il presepe natalizio e che è un vero "sturcio" obbrobrioso.

Anonimo ha detto...

Normalmente la Sovrintendenza non decide la qualità architettonica di una cosa. Semplicemente ne valuta la congruenza con l'intorno per evitare sturci grossolani: tipo costruire un balcone davanti ad una chiesa o cose simili. Se avesse valutato con giudizio critico-architettonico di qualità non avrebbe fatto costruire quella domus aurea nella piazza ottocentesca di vico o la baracca dove hanno alloggiato gli impiegati comunali a piazza Kennedy o la ringhiera di ferraglia messa al posto del muretto sullo storico lungomare di Seiano...
Giuseppe G.

Anonimo ha detto...

..Io non mi sono documentato, non ho cercato foto inoppugnabili, ed avendo 36 anni non ne ho una memoria storica, ma posso dirvi quello che ho visto....
Ho visto lavori pubblici fatti su tutto il territorio ( e non solo la piazza a vico ed i marciappiedi della rimembranza)ho visto miglioramenti a livello strutturale(tipo quelli scolastici) oppure pubblici (come il comune nuovo) la pavimentazione della raffaele bosco che per la prima volta a mia memoria non si è sfaldata dopo le prime pioggie, reti fognarie dove non ci sono mai state e potrei continuare, molti diranno sono vecchi progetti proposti da altri, forse è vero ma allora perchè nn si sono mai messi in atto, forse il sindaco ha usato mezzi poco ortodossi, ma io da cittadino al difuori della politica, osservo il risultato ottenuto e posso dirvi che mai come in questi 5 anni ho visto il comune di vico equense migliorarsi, forse perchè per la prima volta qualcuno ha pensato prima al bene comune,no io non sono un esperto, ma lo stato di degrado in cui versava la nostra chiesa era palese a tutti, ma se ne parla solo adesso che qualcuno ha iniziato i lavori di ristrutturazione....p.s forse la maestosa scala renderà felice le spose che varcheranno quella soglia.....
voi forse siete più preparati, più documentati, la storia che vi racconto io ha 36 anni come me...

Anonimo ha detto...

La pavimentazione davanti la chiesa di San Ciro è sicuramente più bella adesso che prima, e per le scale sarà lo stesso, prima era tutto cemento, forse si poteva fare meglio magari spedendo di più, ma non ci lamentiamo quando qualcosa si fa, lamentiamoci di più quando le cose non si fanno per anni e noi cittadini di Vico lo sappiamo bene.

Anonimo ha detto...

Se il blogger me lo consente vorrei ribaltare il luogo comune che questa amministrazione avrebbe fatto più di quelle precedenti. E poi vorrei ribaltare l'altro luogo comune secondo il quale è meglio fare qualcosa, pure se si fa una porcheria.
Per quanto riguarda il primo punto, ad un'analisi sommaria quantitativa e statistica, le somme spese da questa amministrazione in opere pubbliche sono uguali se non inferiori a quelle precedenti (in particolare di quelle, per capirci, dei tempi di Nino Savarese). Anche allora infatti, si fecero grosse opere pubbliche, come la fogna bianca per tutta la raffaele bosco, o l'asta valliva nel rivo d'arco, il recupero del palazzetto dello sport, di tutti i giardini pubblici di vico centro (compreso il miracolos recupero di quello della SS. Trinità a via Rimembranza) e della piazza di S.Andrea. Si fecero e si progettarono i parcheggi di fornacelle, bonea, massaquano e moiano. Si progettò e si fece l'isola ecologica, avversata in tutti i modi da quelli dell'attuale amministrazione. Si inventarono le borse di studio per i giovani laureati e si inventò l'ufficio di piano. Si fece il piano regolatore, si aprì l'Informagiovani, si avviarono i lavori alla Cappella di S.Lucia a Massaquano e potrei continuare se avessi tempo da perdere...
Per quanto riguarda il secondo punto: fate quello che volete, realizzate cose fatte male basta che si fanno, ma non è questa la corretta politica per una città bella e turistica (ancora per poco), come la nostra. Le città di una certa dignità mettono mano alla tasca quando è il caso e stanno bene attente all'immagine di quello che fanno. Non basta l'inutile bollino della sovrintendenza, o della commissione edilizia, è un problema etico, politico e culturale. Castellammare, insomma, è dietro l'angolo.
Saluti
Giuseppe G.