lunedì 27 dicembre 2010

Lo choc dei colleghi a Toronto «Era innamorato delle pentole»

Massa Lubrense - Nell’abitazione della famiglia di Luigi Spasiano, a Sant’Agata sui due Golfi, erano in corso i festeggiamenti per il Natale. Ma durante il cenone due poliziotti hanno suonato alla porta per notificare al padre il telegramma del ministero degli Esteri che annunciava la tragica morte del giovane chef. La famiglia era tutta riunita per le festività, c’erano papà Vittorio, mamma Anna Laura Venanzio e gli altri due figli, Salvatore e Agata, anche se il pensiero con un velo di tristezza non poteva non andare a quel figlio che si trovava all’altro capo del mondo. Ma tutti nella famiglia Spasiano sapevano che quella era la sua scelta, voleva fare strada come cuoco e questo l’aveva portato lontano dalla sua terra. In Ecuador stava trascorrendo una breve vacanza con la ragazza che amava e questo contribuiva a rasserenare gli animi. La notizia della morte del giovane chef ha cominciato a circolare in paese soltanto ieri mattina, anche se le autorità locali erano già a conoscenza di quanto accaduto. Il sindaco Leone Gargiulo è stato il primo a raggiungere la famiglia, con la quale si è trattenuto anche per l’intera giornata di ieri. «Conosco da sempre la famiglia Spasiano – spiega il primo cittadino di Massa Lubrense – Luigi era un bravissimo ragazzo e un grande lavoratore, tanto che non ha esitato a trasferirsi lontano pur di poter raggiungere il proprio obiettivo di diventare un chef importante». I familiari chiusi nel loro dolore non vogliono incontrare estranei. È proprio il sindaco che gestisce i rapporti con l’esterno, tutelando la privacy della famiglia. «Teniamo i contatti con l’unità di crisi – dice Leone Gargiulo – in attesa di sapere qualche ulteriore dettaglio sulla morte di Luigi. Questa mattina, il fratello Salvatore e un cugino partiranno per l’Ecuador per saperne di più in attesa di poter rimpatriare la salma». L’intera comunità di Sant’Agata sui due Golfi è scossa. «La notizia è stata come un fulmine a ciel sereno – dice don Mario Cafiero, parroco della locale chiesa - Ho raggiunto la famiglia per confortarli in questo difficile momento. Ora non ci resta che pregare per Luigi, un bravo ragazzo che conoscevo bene così, del resto come tutti qui a Sant’Agata». «Appena la salma sarà rimpatriata – aggiunge don Cafiero – celebreremo il rito funebre nella nostra chiesa per potergli tributare l’estremo saluto». A rendere tutto ancora più triste sono le belle parole giunte ieri in serata alla famiglia dello chef dall’intero staff della cucina del ristorante Sorrento di Toronto guidato da Luigi: «Rimane un grande senso di vuoto. Abbiamo aperto il ristorante tutti insieme: lui, chef, un ragazzo semplice e solare che si era ben integrato a Toronto, facendosi volere bene da tutti - è scritto tra le altre cose nella email - Era molto professionale, innamorato del suo lavoro, dicevamo che ”era innamorato delle sue pentole”. Un ragazzo affettuoso, sempre pronto a qualsiasi sfida pur di migliorarsi sempre. Aveva creato un’affiatata squadra alla quale ha insegnato e trasmesso la sua passione per la cucina, e che continueranno grazie all’insegnamento accurato che ha lasciato». (Massimiliano D’Esposito il Mattino)

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