sabato 25 dicembre 2010

Bomba in parrocchia mistero sul movente

Massa Lubrense - A ventiquattr’ore dall’esplosione della bomba carta che ha semidistrutto il centro parrocchiale della frazione collinare di Termini, in città ci si interroga sulle motivazioni alla base del gesto. «Ieri mattina – spiega il sindaco di Massa Lubrense, Leone Gargiulo - con il parroco della chiesa di Santa Croce, don Mario Cafiero, ci siamo interrogato proprio sulla matrice di quanto accaduto. La nostra conclusione è che sia stata la bravata compiuta da un gruppo di vandali, i quali, in questo modo, hanno voluto bloccare le attività natalizie programmate dallo stesso don Mario e dai ragazzi della zona». Un atto vandalico, dunque, che oltre a causare pesanti danni alla struttura poteva anche avere conseguenze tragiche. «Penso che chi abbia confezionato l’ordigno – aggiunge Gargiulo – non si sia reso conto del rischio che correva. Un episodio isolato, dunque, del quale non si devono temere repliche in altre zone del territorio cittadino. «È quello che crediamo – precisa il sindaco - anche perché non abbiamo indizi che ci possano far pensare ad una matrice diversa dalla bravata di un gruppo di vandali». La bomba carta ha causato ingenti danni alla struttura che fino a qualche anno fa ospitava il ristorante «Da Salvatore», tornata a disposizione della parrocchia di Santa Croce, un locale di circa 200 metri quadri utilizzato per le attività ricreative della frazione. Ora, però, il centro parrocchiale è off-limits: l’esplosione ha distrutto le vetrate e parte degli infissi in alluminio, oltre a danneggiare il tetto in laminato ed anche una parte del muro perimetrale. I danni ammonterebbero a diverse migliaia di euro, cifra di cui, come ha spiegato don Cafiero, «al momento la parrocchia non dispone». Continuano, intanto, le indagini dei carabinieri del capitano Massimo de Bari. Le analisi effettuate sui resti dell’ordigno hanno consentito di appurare che si trattava di una bomba carta artigianale di notevoli dimensioni confezionata con polvere pirica di quella comunemente usata per i fuochi d’artificio. (Massimiliano D’Esposito il Mattino)

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