venerdì 27 agosto 2010

“Bombe e lidi, basta psicosi”

Meta - «L’obiettivo è quello di dare un colpo netto al turismo legato alla balneazione». Dal Palazzo ai lidi questa è la considerazione comune all’indomani del secondo ritrovamento di una mini-bomba, del tipo usato dai pescatori, in prossimità di uno degli stabilimenti balneari più frequentati. In attesa di chiarire l’origine dei due congegni esplosivi rinvenuti a distanza di un settimana sulla spiaggia vicina al porto, infatti, si fa sempre più verosimile l’ipotesi che l’autore del gesto sconsiderato, più che causare danni alle persone miri ad alimentare la paura tra i bagnanti per tenerli lontani da sdraio ed ombrelloni. Un conforto a questa chiave di lettura arriverebbe anche dalle prime indagini sugli ordigni, attualmente affidati ai Ris di Roma per gli accertamenti scientifici di rito. La struttura del meccanismo che eventualmente avrebbe dovuto innescare il congegno, infatti, al momento ha fatto escludere ai tecnici dell’Arma la possibilità di scoppio accidentale. Dunque, nessun pericolo di esplosione con il semplice calpestamento. Ecco perché, si fa sempre più strada l’ipotesi che l’obiettivo vero, dunque, non siano i bagnanti. «Purtroppo temo che chiunque sia stato a lasciare questi ordigni sulla spiaggia, voglia causare danni al turismo e purtroppo dobbiamo constatare che ci sta anche riuscendo», dice il vice-sindaco Graziano Maresca. D’altra parte, le modalità di ritrovamento dei due tubi-bomba, a distanza di pochi giorni ed in luoghi ben visibili, sembrano confortare questa interpretazione. «I tempi degli allarmi, nei giorni immediatamente successivi a Ferragosto e poi in prossimità del fine-settimana, fanno supporre una volontà di tenere alta la paura sulla spiaggia», fa notare Marinella Longobardi, titolare di uno degli stabilimenti balneari più frequentati di Meta. Infatti, nonostante l’intervento di bonifica, fatto dagli artificieri dei carabinieri in seguito al primo ritrovamento, ugualmente una mano ignota ha avuto il tempo e la possibilità di posizionare un secondo tubo-bomba. «Purtroppo abbiamo registrato un calo di presenze considerevole e soprattutto nell’ultimo fine-settiamana, nonostante il tempo bello l’affluenza è stata molto più bassa rispetto alle previsioni: è la prova che si sta diffondendo il timore che la spiaggia non sia un luogo sicuro», aggiungono i titolari del lido Marinella. E mentre si fa la conta dei danni per l’economia turistica locale legata all’indotto della balneazione, la memoria di tutti torna indietro al 2002 quando in costiera scoppiò l’allarme dei pacchi-bomba lasciati nelle stazioni della Circumvesuviana. Il primo ritrovamento avviene l’11 settembre nel sottopassaggio della stazione di Sorrento. Due viaggiatori segnalano la presenza di due buste abbandonate contenenti pacchi sigillati con nastro adesivo: una nei pressi dell’ingresso secondario e l’altra vicino alla scala che conduce al terzo binario. Intervengono le forze dell’ordine e gli artificieri che isolano la zona e ordinano la chiusura della stazione. C’è appena il tempo di far brillare i due involucri che contengono altrettante taniche di liquido infiammabile ed ecco scattare nello stesso giorno l’emergenza anche per le stazioni di Sant’Agnello e Piano dove vengono ritrovati altri due rudimentali ordigni, del tutto simili a quelli di Sorrento. E scene analoghe si ripetono nei giorni successivi e coinvolgono anche la stazione di Napoli. Poi più nulla con il responsabile che non è stato mai individuato. (Francesco Aiello il Mattino)

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