sabato 26 giugno 2010

Il flop di “Wellny”, l’amuleto di Berlino

Sorrento - Stavolta il «talismano» degli azzurri non ha funzionato. Al triplice fischio di Slovacchia-Italia, che ha sancito l’eliminazione della nazionale italiana dal mondiale di calcio di Sudafrica 2010, anche Ernesto Lupacchio, manager della palestra «Central fitness» di Sorrento, ha dovuto arrotolare mestamente lo striscione «porta-fortuna» che, già nel 2006 in Germania, accompagnò gli uomini di Lippi nella trionfale cavalcata verso la quarta Coppa del mondo. Uno striscione che il capitano Fabio Cannavaro, considerava, da buon napoletano, un autentico amuleto: oltre allo slogan «Sorrento», al centro c’è un cuore, che gli amici del «Central» hanno battezzato «Wellny». Un cuore rosso, che porta le scarpe da ginnastica e corre, sorridente, con una mano alzata in segno di saluto. La storia di Wellny inizia alle Olimpiadi di Atene 2004: «Con un gruppo di amici – spiega Ernesto Lupacchio – decido di seguire gli italiani. Per l’occasione prepariamo un piccolo striscione: al centro c’è disegnato Wellny e i cinque cerchi olimpici. In più, inseriamo la scritta: Juri Chechi, il Signore degli anelli–Sorrento, Italia. Una delle gare a cui assistiamo è proprio quella del ginnasta di Prato, che, contro tutti i pronostici, vince il bronzo. Striscioni simili, poi, vengono preparati anche per il maratoneta Stefano Baldini, e per le squadre di fioretto maschile e di pallanuoto femminile. Anche per loro arriva la medaglia olimpica. «In quel momento – continua Lupacchio – penso: perché non portare fortuna anche alla nazionale italiana di calcio?». Lo staff del Central riesce ad avvicinare i futuri campioni del mondo ad Amsterdam, prima della partita amichevole contro l’Olanda. A Marcello Lippi e Fabio Cannavaro vengono regalati due ciondoli con il cuore in argento, mentre per gli altri atleti ci sono venticinque t-shirt de «L’Italia nel cuore», slogan che, di lì a poco, diventa la frase riportata sul bus della nazionale in Germania. Il gruppo del Central non si ferma. «Insieme al mio amico Michele D’Esposito – sottolinea Lupacchio – realizziamo un mega tricolore di 200 metri quadrati con Wellny ed il nostro slogan. Che ogni inizio di partita della nazionale campeggia sugli spalti dello stadio che ospita gli azzurri». Allo staff del Central viene una nuova idea: raggiungere la Germania, dove si tiene il torneo mondiale di calcio del 2006, con un camper interamente dipinto di azzurro e con Wellny disegnato sulle due fiancate. Il bomber azzurro Vincenzo Iaquinta per ringraziarli decide di regalare al Central quattro biglietti per la partita contro il Ghana che, manco a dirlo, vede proprio l’attaccante della Juventus sul taccuino dei marcatori. Da quel momento in poi, il gruppo di amici presenzia a tutte le partite ed anche alla finale. «Trovare un biglietto – ricorda Lupacchio – sembrava impresa impossibile. Ci eravamo quasi rassegnati, quando improvvisamente arriva la telefonata di Cannavaro: ci dice di avere i biglietti per noi che eravamo diventati i portafortuna della nazionale». Nei giorni scorsi Ernesto Lupacchio e sua figlia raggiungono il Sudafrica, senza camper. Lo striscione dei ragazzi di Sorrento accompagna ogni ingresso in campo degli azzurri nelle tre gare preliminari. Ma di fronte alle scarne prestazioni degli uomini di Lippi, manco un consolidato portafortuna come Wellny riesce a fare il miracolo: nazionale a casa, coi disonori del caso. Per Lupacchio un rientro anticipato dal «continente nero». E una promessa: «Ci rifaremo in Brasile: saremo anche lì». (Giuseppe Damiano il Mattino)

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