lunedì 31 maggio 2010

Bocchino: “Questi centri non possono morire”

Regione Campania - «Il ministro Tremonti sa fare il suo lavoro: ma il suo lavoro è dirci quanto dobbiamo risparmiare. Il dove e il come, cioé su quali enti adoperare le forbici, dobbiamo deciderlo tutti insieme. Mi pare ora lo dica anche il ministro Bondi o sbaglio?». Italo Bocchino usa l´ironia gelida. La voce finiana del dissenso si aggiunge al coro di no alla manovra. L´ex capogruppo alla Camera del Pdl discute con Repubblica della «ghigliottina» che colpirebbe la Stazione zoologica e Palazzo Serra di Cassano. Ma anche della giunta Caldoro, delle scelte «errate» di «promettere un allargamento del numero degli assessori» e di tenere «una sola donna nell´esecutivo». Un tema, quest´ultimo, caro anche all´amica di partito, Mara Carfagna. «Caldoro è consapevole di questa defaillance della giunta – dice Bocchino – Prima recupera e meglio è». Si parte dalla crisi. L´esponente di punta del fronte finiano non ha bisogno di calcare la mano, nel giorno in cui è il ministro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, a denunciare di essere stato estromesso dalle valutazioni di merito sui tagli. «Le parole di Bondi dimostrano che dunque ha ragione Fini quando invoca una maggiore collegialità nelle scelte?». Bocchino ragiona: «A Napoli finiscono nella lista nera due centri, come la Stazione zoologica Dohrn e l´Istituto degli studi filosofici, che non possono assolutamente morire. Poi ve ne sono altri ingiustamente tagliati, credo, dei quali, purtroppo, non ho una conoscenza diretta». Quanto alla realtà territoriale, Bocchino sembra non soffrire della mancata rappresentanza della sua area in giunta regionale. «Non avevo chiesto niente per me, ho solo dato una mano. Poi Caldoro, per la sua qualità, è destinato a essere un bravo presidente. Con lui gli assessori vanno in auto blu, ma non conteranno niente, se ne accorgeranno». Anche i tecnici, anche i professori Trombetti e Cosenza? «No, che c´entra. Ciascuno poi mette in campo il peso della sua competenza e personalità». Le sembra coerente il messaggio, già passato, di voler allargare le poltrone degli amministratori da 12 a 14? «No, credo sia stato sbagliato anche ipotizzarlo: primo, perché inviamo un messaggio opposto ai sacrifici che chiediamo ai cittadini; secondo, perché queste cose non sono mai a costo zero, anche se così raccontiamo». Anche sulla presenza di una sola donna in giunta, Bocchino è tranciante. «La politica, quando va alle scelte concrete, tende a cannibalizzare alcuni princìpi. Del fatto che sia una cosa negativa è consapevole anche il governatore. Quindi, a mio parere, va affrontata». (di co. sa. da la Repubblica Napoli)

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