lunedì 29 marzo 2010

I riti della Settimana Santa in Costiera

Sorrento - È il colore del saio a dare il nome alle due processioni: la «bianca» nella notte tra il giovedì e il venerdì (ore 3), la «nera» nella serata del venerdì (ore 20.30). Qui, a parte il coinvolgimento popolare, i cortei sono seguiti anche da migliaia di turisti, italiani e stranieri, mescolati tra la folla che circonda gli incappucciati. L’esito è il suggestivo abbraccio mistico che sembra unire partecipanti e spettatori, credenti e laici, anche perché le processioni si svolgono nel più completo silenzio rotto soltanto dalla musica delle marce funebri e dal Miserere cantato a tre voci da centinaia di figuranti che hanno iniziato le prove da almeno due mesi. A Sorrento, in attesa dei cortei di venerdì, questa sera (ore 20) dalla parrocchia di Sant'Anna a Marina Grande, la Confraternita di San Giovanni in Fontibus, organizzata la processione dell'Addolorata Madre, giovedì (ore 20.30) la Venerabile Arciconfraternita del Santissimo Rosario coordina la visita agli Altari della Reposizione nel centro storico. Subito dopo la messa in Coena Domini, che ricorda l’ultima cena e la cerimonia della lavanda dei piedi agli apostoli, i confratelli, indossando il saio domenicano con il cappuccio abbassato, fanno visita agli altari della Reposizione, i cosiddetti «Sepolcri», allestiti dai fedeli nelle chiese cittadine. Questo corteo è il preludio alle due processioni più solenni. La «bianca», organizzata dall’Arciconfraternita di Santa Monica, parte dalla chiesa dell’Annunziata nella notte tra il giovedì e il venerdì santo. I confratelli, oltre al saio e allo scapolare di colore bianco, indossano sui fianchi una cintura di cuoio nero che ricorda l’ispirazione agostiniana del loro sodalizio. Il corteo reca in processione l’immagine della Madonna Addolorata uscita alla ricerca del figlio condannato a morte. La processione «nera», organizzata dalla Confraternita delle Morte nella serata del venerdì santo, rappresenta invece il funerale di Cristo morto. I partecipanti al corteo, che parte dalla chiesa dei Servi Maria situata alle spalle della Cattedrale, hanno il saio e il cappuccio neri in segno di lutto. In processione, oltre alla statua della Madonna vestita a lutto, viene portato il simulacro del Cristo morto, una scultura in legno del Settecento, oggetto di grande venerazione da parte dei sorrentini. In entrambe le processioni, gli incappucciati portano i cosiddetti «martiri», cioè i simboli delle sofferenze di cristo tra l’arresto, il processo, l’esecuzione della condanna a morte e la deposizione nel sepolcro. I «martiri» sono ispirati alla descrizione dei Vangeli: il sacco con i trenta danari che furono il prezzo del tradimento di Giuda; l’orecchio tagliato da Pietro a Moico, servo di Caifa, nei momenti successivi all’arresto di Gesù; il gallo che cantò dopo che Pietro aveva rinnegato tre volte il Maestro, il bacile e il panno con cui Pilato si lavò le mani per sottrarsi alla colpa della morte di un innocente; la scritta Inri che fu motivo della condanna; la corona di spine, i flagelli, le catene, la veste rossa e la canna che ricordano l’iconografia dell’Ecce Homo; la croce, i chiodi, il martello, le tenaglie e la scala usati dai soldati romani per la crocefissione; la veste bianca e i dadi per giocarla a sorte; la croce spoglia e il sudario che rappresentano la deposizione nel sepolcro. I cortei sono completati dai simboli delle confraternite, altri incappucciati portano tra le mani fiaccole e lampioni per illuminare il percorso. C’è chi sostiene che a Sorrento solo l’annuncio della Pasqua, comunicato dal suono delle campane a festa, spazza via l’atmosfera di lutto che avvolge la città dopo la processione nera nelle tenebre del Venerdì Santo. L’affermazione riassume bene i sentimenti dell’intensa partecipazione popolare ai riti della settimana santa e alla secolare tradizione delle processioni degli incappucciati. Il rito delle processioni è radicato in tutta la Costiera: tre a Sant’Agnello, sette a Piano, due a Massa Lubrense e tre a Meta. Prevale il saio bianco o nero, ma a Piano si svolgono anche due processioni con il saio rosso, a Vico Equense quest’anno sfila quella «viola», che si alterna nelle rappresentazioni con quella del borgo di Seiano (incappucciati in saio rosso). Venerdì sera, a partire dalle 20, la processione si incammina nel centro storico con gli incappucciati dell’Arcinconfraternita dell’Assunta e Monte dei morti. Circa cinquecento i partecipanti al sentito evento con cori intonati dagli allievi della scuola media Scarlatti e dai componenti del Miserere. Tra le statue portate in processione figura quella dell’Ecce homo, unica del genere tra le sacre rappresentazioni della costiera. (Antonino Siniscalchi il Mattino)

Nessun commento: