giovedì 25 febbraio 2010

Marinaio uccide contadino e poi si suicida

Le indagini: lite per motivi ereditari. L’altra ipotesi: una controversia passionale

Vico Equense - La scena è raccapricciante anche per chi è abituato all’orrore. Nella camera da letto, riverso, il corpo di Renato De Martino, 47 anni, freddato da un unico colpo di fucile. Poco distante, con il volto spappolato e in una pozza di sangue, il secondo cadavere: è quello di Salvatore Imparato, 35 anni. Accanto, ha un fucile da caccia con due colpi mancanti. L’arma che ha ammazzato quei due uomini. Corso Caulino, a 50 metri dalla statale sorrentina, è nel territorio comunale di Seiano. È qui, in una casa colonica modesta, lo scenario di morte. Un piano basso con cucina e camera da letto, un terrazzino. Poco distante, un campo coltivato a ulivi. È la casa di Renato De Martino, coltivatore senza moglie né figli. Era qui, nelle tarda mattinata. Probabilmente, preparava qualcosa da mangiare quando è stato ucciso. I carabinieri della stazione di Vico Equense sono stati avvertiti dai parenti del De Martino. Nel primo pomeriggio, nella casa colonica era arrivato il nipote minorenne. Ha visto la scena terribile, ha dato l’allarme alla madre. E lei ha chiamato i vigili urbani e i carabinieri, che sono subito accorsi. Cosa è successo? La ricostruzione delle cause di quelle morti violente non è stata semplice. Di certo, Salvatore Imparato viveva a Moiano, una frazione di Vico. Marittimo con mansione di ufficiale di macchina per la società armatrice Msc, Imparato era proprietario del fucile, che possedeva legalmente. Un amante della caccia, che aveva quell’arma dichiarata e registrata con regolare licenza. La logica aiuta ed è probabile che sia stato proprio il proprietario del fucile a sparare. Sembra che qualche testimone abbia visto Imparato uscire di casa armato. Anche lui non è sposato, anche lui non ha figli. È uscito armato e diretto con decisione alla casa di De Martino. Poi, il buio. Dalla posizione dei corpi sembra probabile che Imparato abbia sparato a De Martino da distanza ravvicinata. Un solo colpo. Mortale. Improvviso e senza lasciare il tempo alla vittima di schivare il colpo. Poi, subito dopo, si sarebbe suicidato con un secondo colpo secco sotto il mento. Cosa lega i due uomini, cosa c’è dietro quelle morti? L’unico legame accertato è una parentela indiretta. Il fratello di Renato De Martino, che si chiama Giuseppe, ha sposato una sorella di Imparato. Fin qui arrivano le iniziali ricostruzioni degli inquirenti. Poi partono le supposizioni, le ipotesi dell’inchiesta, affidata alla Procura di Torre Annunziata. Gli inquirenti già in serata hanno cominciato a raccogliere le dichiarazioni dei parenti stretti dei due morti: Giuseppe De Martino, la moglie, anche i figli. Poi, saranno sicuramente ascoltati anche i vicini. Nessuno sembra abbia confermato l’esistenza di litigi e contrasti tra i due negli ultimi giorni. Renato De Martino viene descritto come un uomo tranquillo, dalla vita sempre uguale. «Abbiamo sentito urlare, era l’ora di pranzo», ha raccontato ai carabinieri un vicino. Dunque, almeno sei minuti precedenti la tragedia, sarebbe esploso un violento litigio. Forse preceduto da discussioni avvenute nei giorni scorsi. L’ipotesi più probabile sembra sia quella di contrasti nati da interessi economici: un prestito di soldi negato, o la restituzione di denaro anticipato mai avvenuta. C’è chi parla di un’eredità contesa o promessa tra le due famiglie, ma anche di una rivalità passionale a sfondo omosessuale. Moventi che hanno portato all’esplosione improvvisa dell’ira di Imparato, che si è subito pentito decidendo di suicidarsi. Due cadaveri affiancati, una parentela lontana, un litigio sentito dai vicini. Saranno le testimonianze dei familiari, ma anche le perquisizioni nelle case dei due morti, quella a Moiano e quella a Seiano, a dover fornire maggiori elementi sul perchè di un episodio di sangue dai pochi precedenti in costiera. Bisogna andare a nove anni fa, al 21 luglio 2001, per trovare un altro omicidio a Vico. Allora fu uno psicolabile di 37 anni a uccidere a coltellate i genitori di 68 e 60 anni. (Gigi Di Fiore il Mattino)

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